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Patente guida, uno Stato Ue può rifiutarla dopo infrazione

Anche se continua ad essere valida in altro Paese Ue

Redazione ANSA

Il cittadino europeo titolare di una patente di guida può vedersi rifiutare da un altro Stato membro il diritto di mettersi al volante nel suo territorio nel caso commetta un'infrazione stradale di natura grave. Il principio, contenuto nelle direttive in vigore, è stato ribadito dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea con la sentenza C-260/13, in relazione alla contestazione effettuata nei confronti di una guidatrice austriaca, fermata in Germania mentre si trovava al volante sotto l'effetto di cannabis. Certo è, ha sentenziato il supremo organo, che tale diritto non dev'essere negato indefinitamente e che i requisiti imposti per la riacquisizione del diritto alla guida nel Paese dove si è consumata l'infrazione devono rispettare il principio di proporzionalità. Nel caso specifico, le autorità tedesche avevano imposto all'automobilista (autrice del ricorso finito davanti all'Alta Corte di Lussemburgo) la presentazione di "una perizia medico psicologica subordinata, di norma, alla prova dell'astinenza da qualsiasi consumo di sostanze stupefacenti per un periodo di un anno". E questo, nonostante gli organi competenti austriaci non avessero provveduto a sospendere il documento di guida. La Corte ha sentenziato che la misura prevista dal Codice della Repubblica Federale tedesca appare "efficace e proporzionata all'obiettivo consistente nel migliorare la sicurezza della circolazione stradale". Se la cittadina austriaca, quindi, vorrà guidare nuovamente in Germania dovrà sottoporsi al test oppure aspettare i cinque anni previsti per la prescrizione dell'infrazione compiuta.

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