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Fca: in Usa accordo su dieselgate, vale 800 milioni

Chiusa class action, ratificati accordi raggiunti in 50 stati

Amalia Angotti

L'accordo per chiudere il caso sulle emissioni dei motori diesel e del mancato rispetto delle norme americane ha avuto il via libera della Corte Usa: Fiat Chrysler Automobiles pagherà intorno agli 800 milioni di dollari, la cifra concordata a gennaio con le autorità americane. La Corte ratifica così le intese raggiunte da Fca con l'Epa, l'ente per la protezione dell'ambiente la California Air Resources Board e tutti gli altri accordi raggiunti in 50 stati. Nell'intesa che chiude la class action, specifica Fca "non c'è alcuna ammissione di colpevolezza e di avere compiuto qualsiasi azione illegale e violazione delle norme in vigore" da parte del gruppo automobilistico guidato da Mike Manley. D'altra parte, Fca ha sempre sostenuto "di non avere adottato qualsivoglia disegno deliberatamente diretto a installare impianti di manipolazione per aggirare i test sulle emissioni".

I rimborsi per gli automobilisti vanno da 990 ai 3.075 dollari. L'accusa da parte della Epa, l'autorità americana competente in materia di ambiente, era stata ufficializzata nel gennaio del 2017, ma le indagini erano partite nel 2015, nel pieno dello scandalo Dieselgate di Volkswagen, che aveva spinto l'agenzia a indagare anche su altre case automobilistiche (nel mirino è finito anche il gruppo General Motors). Fca ha sempre smentito le accuse, ma ha comunque accantonato 815 milioni di dollari, mettendoli a bilancio lo scorso anno per far fronte alle eventuali sanzioni che sarebbero potute arrivare dalle indagini.

Chiuso il capitolo emissioni, Fca porta avanti il suo programma di ingenti investimenti negli Stati Uniti. Si tratta di 4,5 miliardi di dollari destinati alla costruzione di un nuovo impianto produttivo nell'area metropolitana di Detroit e all'aumento della produzione di cinque stabilimenti in Michigan, per espandere e permettere l'elettrificazione dei marchi Jeep e Ram, con la creazione di quasi 6.500 posti di lavoro. Dal 2009 l'ammontare complessivo delle risorse investite dal gruppo in America è di 14,5 miliardi di dollari con la creazione di quasi 30.000 posti di lavoro.

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