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Jaguar Land Rover, grandi rischi da lotta al diesel e Brexit

CEO Speth 'a casa in 1000 per politica contro modelli a gasolio'

Redazione ANSA

ROMA - Jaguar Land Rover, o meglio il suo amministratore delegato Ralf Speth, sterza bruscamente su due argomenti - la demonizzazione del diesel e la Brexit - e mette in guardia sul rischio della "perdita di decine di migliaia di posti di lavoro" in Gran Bretagna. Curiosamente Speth ha scelto il primo vertice Zero Emission Vehicle (ZEV) a Birmingham per lanciare questo allarme, e - come riporta il magazine Autocar - lo ha fatto con molta chiarezza.

"La Brexit entrerà in vigore il prossimo 29 marzo - ha detto durante il convegno - e al momento non so nemmeno se qualcuno dei nostri impianti nel Regno Unito sarà in funzione il giorno 30". Il timore è che la mancanza di chiarezza da parte del Governo di Londra sulla questione crei conseguenze pratiche sottovalutate fino ad oggi.

"Non saremo in grado di costruire auto - ha detto il CEO di JLR - se l'autostrada che ci collega con Dover diventerà un parcheggio, dove i veicoli che trasportano le parti fondamentali per i nostri processi sono fermi. Qualsiasi attrito ai nostri confini metterà a repentaglio la nostra produzione, al costo di 60 milioni di sterline (68 milioni di euro ndr) al giorno".

Speth ha anche detto che la demonizzazione del diesel è già costata 1.000 posti di lavoro alla JLR, e questo numero crescerà se la cosa prosegue. Ed ha evidenziato una forte preoccupazione per l'azione del Governo contro le auto diesel nuove, piuttosto che contro quelle più vecchie, da togliere dalle strade.

"Sono stati creati disincentivi sui modelli più nuovi e più puliti attraverso regolamenti più severi e una tassazione più elevata - ha detto Speth -, e questo ha un costo in posti di lavoro. Alla Jaguar Land Rover 1.000 persone sono state fatte uscire, con tutti gli effetti a catena sulle loro famiglie e sulla economia locale. Altri posti potrebbero andare persi in futuro".

Ed ha invitato i governanti britannici a "concentrarsi su ciò che desideriamo costruire, piuttosto che su quello che desideriamo vietare". Le perdite dei posti di lavoro, relative alla struttura di Solihull che lavora per entrambi i marchi, sono state confermate ad aprile, a seguito di un crollo delle vendite nel Regno Unito dei diesel, passati dal 44% dei primi quattro mesi del 2017 a solo il 33,5% nello stesso periodo dell'anno in corso.

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