ROMA - Per molte imprese italiane dotate di parchi auto, quando si parla di vetture ecologiche l'attenzione va principalmente su macchine ibride e mezzi alimentati a gas, mentre gli elettrici puri vengono relegati in secondo piano, perché ritenuti più adatti a un impiego prettamente urbano. A rivelare questo comportamento sono i risultati della ricerca "Guidare il cambiamento, le energie alternative sono una priorità per le flotte?", effettuata dall'Osservatorio sulle tendenze della mobilità aziendale (CVO) di Arval Italia, in collaborazione con Econometrica.
L'analisi, basata sulle risposte di 200 fleet manager di società italiane, evidenzia come oggi le "green" più conosciute siano ''le ibride, a benzina (82%) o a gasolio (53%), con le elettriche plug-in prese al momento in considerazione solo da un operatore del settore su cinque".
Lo studio, che si basa sulle interviste effettuate a 200 gestori di parchi veicolari di società italiane, evidenzia come il 93% del campione ritenga "l'auto elettrica più consona a un uso prettamente urbano, optando ancora per alimentazioni a gas (metano o GPL) sulle percorrenze più lunghe".
Sul fronte ambientale, "due aziende su tre (67%) - si legge nella nota di commento - sono impegnate nella riduzione dell'impatto della propria flotta, ma solo la metà di esse ha già sviluppato un piano d'azione concreto e condiviso, che talvolta include anche la realizzazione di un distributore aziendale".
Alessandro Torchio, responsabile "consulting e corporate" di CVO, sottolinea come "in termini di volumi, è ancora marginale il contributo delle vetture 'ecosostenibili' alle flotte aziendali: si passa dall'1,3% di quelle alimentate a GPL ed elettriche al 2,6% delle ibride, fino al 5% delle vetture a metano. Peraltro, solo in un'azienda italiana su tre sono già oggi presenti mezzi con alimentazione alternativa".