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Toyota Mirai a idrogeno potrebbe presto fare pieno in Italia

Dal Motor Show arrivano notizie su iter adeguamento distributori

Redazione ANSA

BOLOGNA - Anche in Italia potrebbe essere permesso l'innalzamento da 350 a 700 bar della pressione di rifornimento per i distributori di idrogeno. L'approvazione in Parlamento del decreto legislativo che lo prevede è attesa entro la fine dell'anno. Questo significherebbe la possibilità di aprire stazioni di servizio adatte a rifornire i veicoli fuel cell di ultima generazione, come la nuova Mirai, una delle grandi novità esposte al Motor Show di Bologna dalla Toyota. Quando la rete distributiva si sarà adeguata a quella già presente in altri Paesi, la Mirai potrà essere rifornita con tempi paragonabili a quelli che servono per un pieno di gasolio o di benzina, offrendo un'autonomia a impatto zero fino a 550 km. La modifica normativa, decisa in ottemperanza alla direttiva europea 2014/94/UE, è molto attesa: la scadenza ormai prossima è prevista a seguito dello schema di decreto legislativo approvato lo scorso 15 settembre, proprio in attuazione della direttiva europea. La nuova legge ha inserito l'idrogeno tra i combustibili alternativi e ha deciso che entro il 31 dicembre 2025 venga creata una rete con un numero adeguato di punti di rifornimento.

Inoltre, prevede che il Ministero dell'interno aggiorni al più presto la regola tecnica in tema di sicurezza che oggi limita l'erogazione dell'idrogeno a 350 bar. Lo stesso amministratore delegato di Toyota Motor Italia, Andrea Carlucci, aveva anticipato ad ANSA al recente Salone di Parigi che ''grazie a questo decreto avremo la possibilità di cominciare, come industria, a creare l'infrastruttura, chiedendo un aiuto allo Stato ma anche facendo da soli. L'importante è che ci sia il quadro normativo perché questo accada''.

L'idrogeno è tra i combustibili alternativi per la mobilità sostenibile e lo sarà ancor di più nel prossimo futuro. Non si tratta più di una tecnologia sperimentale, bensì di una realtà ormai consolidata: la sua combustione produce acqua e piccole quantità di ossidi di azoto dunque con emissioni zero di CO2.

Diversi Paesi che hanno deciso di investire in programmi per lo sviluppo dell'idrogeno tra cui la Corea del Sud, il Giappone e gli Stati Uniti (in particolare in California). In Europa,hanno fatto già dei passi concreti per la diffusione di questa importante tecnologia Danimarca, Germania, Gran Bretagna, Svezia e Belgio. L'Europa sostiene ed incoraggia il mercato dei combustibili alternativi tra cui l'idrogeno. In tale ottica ha trovato collocazione il progetto HyFIVE, co-finanziato dall'Unione europea, il cui scopo è quello di creare le condizioni per favorire l'utilizzo di vetture a idrogeno e quindi il necessario sviluppo infrastrutturale.

Appare quindi irrinunciabile - sottolineano alla Toyota - una visione per il prossimo futuro che ricomprenda anche l'idrogeno nell'ambito della mobilità sostenibile, perché è in grado di coniugare una considerevole riduzione delle emissioni totali di anidride carbonica, con un ammodernamento infrastrutturale e relativa attrazione degli investimenti e sviluppo dell'indotto, con una maggiore indipendenza energetica, con un potenziamento del ricorso alle fonti rinnovabili e con l'attrazione degli investimenti in ricerca e nelle sue applicazioni industriali.

L'Italia è attualmente tra i Paesi meno coinvolti nello sviluppo di questa tecnologia e non ha ancora fatto alcuna scelta politica sull'idrogeno ed è tra i Paesi europei l'unico a non essersi ancora dotato di una piattaforma per uno sviluppo dell'idrogeno su scala nazionale. Fa eccezione il progetto H2 Alto Adige (esempio di partnership pubblico-privato) che si trova a Bolzano sulla A22. Vi si produce idrogeno tramite energie rinnovabili, lo si stocca e lo si utilizza per rifornire veicoli elettrici a cella a combustibile, come autobus per il trasporto pubblico urbano oltre ad un parco vetture destinate al noleggio. L'impianto vanta è in grado di rifornire fino a 15 autobus urbani o fino a 300 vetture.

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