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'Road to driveless', così Psa si prepara alla guida autonoma

Sistemi avanzati già in uso su DS e presto su altri brand gruppo

Nuviana Arrichiello

MILANO - Nonostante i recenti incidenti registrati durante la sperimentazione delle auto senza conducente, l'ultimo quello mortale che si è verificato in Arizona una decina di giorni fa, continua, da parte di alcune case automobilistiche, la fase di implementazione delle tecnologie di assistenza alla guida sulle auto. Entro il 2030, infatti, è prevista l'introduzione della modalità di guida autonoma di livello 5 (driveless) che consentirà al conducente di diventare un semplice passeggero, intento a leggere un libro o a lavorare al pc mentre il veicolo lo accompagna a destinazione. Tra i costruttori che continuano a investire sulla strada dell'automatizzazione, il Psa Groupe che è impegnato in prima linea con il programma Ava (Autonomo Vehicle for All) che prevede l'implementazione dei sistemi Adas (Advanced Driver Assistance Systems) sulle auto. Già dal luglio 2015, il gruppo sta testando l'auto a guida autonoma su strade aperte in Francia. Attualmente per i test sono in uso 20 prototipi che hanno già percorso oltre 200 mila chilometri sulle vie europee, in modalità autonoma (livelli da 2 a 4). Inoltre, dal marzo dello scorso anno più di un centinaio di persone 'non esperte' ha già guidato i dimostratori di Groupe Psa per testare da vicino la guida guida autonoma. Se per Citroen l'appellativo è quello di 'Advanced Comfort', sottolineando la capacità di questi sistemi di essere orientati al comfort e al benessere della vita a bordo, e per Peugeot si 'parla' di 'i-Cockpit' (un'interfaccia uomo-macchina facile ed intuitiva), il marchio DS fa un ulteriore passo in avanti implementando su DS7 Crossback, la prima del 'new deal' del brand di lusso, nuovi sistemi di aiuto che migliorano la sicurezza e la tranquillità del conducente. A partire dal connected pilot che consente di monitorare la soglia di attenzione del conducente, correggere le traiettorie di guida, intervenire in situazioni di pericolo, segnalandole più volte fino al totale arresto del veicolo. Il sistema funziona attraverso l'uso di una telecamera multifunzione capace anche di leggere i cartelli (speed limit detection). L'active lane departure warning viene attivato invece in caso di superamento involontario della carreggiata mentre per l'active blind corner assist entrano in azione i sensori che controllano l'angolo cieco segnalando la presenza di un veicolo. Grazie al radar, invece, è possibile comunicare al conducente la presenza di eventuali rischi. Tra i sistemi di assistenza anche l'active safety brake, per evitare le collisioni, e l'adaptive cruise control che mantiene la velocità del veicolo. DS implementa anche il lane positioning assist che mantiene la distanza di sicurezza, la posizione di corsia e frena e riparte automaticamente in caso di ingorgo. Per la guida notturna è disponibile invece il night vision che consente di individuare ostacoli sul percorso attraverso una telecamera frontale che rileva il calore dei corpi. Per quanto riguarda il parcheggio è previsto il park assist completamente automatico e attivabile con un tasto mentre per chi si trova su percorsi difficili è attivo il DS Active scan suspension che attraverso una telecamera scannerizza la strada che si sta per percorrere settando al meglio le sospensioni della vettura. Insomma, al momento la tecnologia c'è, quello che manca sono le strade 'intelligenti', capaci di dialogare con i veicoli di ultima generazione ma la strada ormai sembra essere stata tracciata. Per quanto riguarda l'Italia, è della fine 2017 il decreto firmato dal Ministero delle infrastrutture dei Trasporti che autorizza ''la sperimentazione su strada delle soluzioni di Smart Road e di guida connessa e automatica''. Complessivamente per il 2018 e 2019 verranno stanziati un milione di euro per l'adeguamento della rete infrastrutturale italiana ai veicoli autonomi: insomma un primo passo verso quella che potrebbe definirsi la più grande rivoluzione delle quattro ruote.

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