La stagione del motorismo storico italiano è ripartita, come ogni anno, con la Fiera di Arezzo (battezzata Arezzo Classic Motors) tra poche luci e molte ombre.
A pesare sugli appassionati non sono solo le normative antinquinamento che rischiano di relegare nei garage centinaia di veicoli d'epoca, ma anche il momento di incertezza del mercato: molti collezionisti, infatti, non credono più nell'auto storica come bene rifugio. Ciò ha comportato un generale ribasso dei prezzi (nell'ordine del 20%), il che non è necessariamente un male: infatti sono stati oltre 15.000 i visitatori che hanno affollato sabato e domenica gli stand della Fiera alla ricerca di un "affare" ed è spuntato anche a sorpresa qualche cartello "venduto". Dopo la doppia frenata delle Fiere di Padova e Milano 2019, non era un fatto scontato.
Ad inaugurare la Fiera è stato il Prefetto di Arezzo per celebrare i 110 anni di vita dell'Alfa Romeo: una mostra con modelli prestigiosi come la 1750 1000 Miglia guidata da Tazio Nuvolari e la GTA Junior 1300. Tra le novità, una sfilata di Bimota, una retrospettiva dedicata al mitico Fantic Caballero, le auto storiche della Polizia di Stato affiancate dall'ultima arrivata, una Giulia Veloce Turbo da 280 cavalli appena entrata in servizio a Roma. Il Simca Club Italia ha rievocato la stagione della marca francese con una passarella di auto da rally degli anni Settanta; il Club del Saracino ha invece puntato sulle Instant Classic (che interessano molto i giovanissimi) e presentato una nuova formula di gare a livello regionale tra Toscana, Umbria e Marche. Timidi segnali di ripresa che ACI Storico sta tentando di incoraggiare: l'accordo con il governo annunciato dal presidente Sticchi Damiani per introdurre una "lista di salvaguardia" dei modelli di auto autorizzati alla circolazione perché certificati come "bene culturale" è il passo d'inizio per l'evoluzione dell'intero settore del motorismo storico.