Appesa alla decisione del Governo sulla revoca o meno della concessione, Autostrade per l'Italia si prepara a mettere in campo anche il nuovo Piano industriale per dare un segnale di cambiamento e discontinuità con il passato. Il nuovo progetto triennale è sul tavolo dell'a.d. Roberto Tomasi, che conta di portarlo in consiglio di amministrazione nella seconda metà di gennaio. Sul dossier della concessione potrebbero fare il punto domani il premier Giuseppe Conte e la ministra dei trasporti e infrastrutture Paola De Micheli a margine del consiglio dei ministri.
Non dovrebbe essere invece il cdm a prendere l'attesa decisione, per la quale si starebbe pensando anche ad una maxi-multa come alternativa alla revoca. Si rincorrono anche indiscrezioni sulla richiesta di compensazioni: su queste punta la Borsa, dove il titolo ha chiuso una seduta positiva in rialzo del 3,93% a 21,42 euro. Il piano 2020-23, cui Tomasi lavora da tempo, si preannuncia come un piano di svolta e di discontinuità e punta su manutenzione, innovazione tecnologica e sostenibilità. Uno dei punti fondamentali del progetto è che entro la fine di quest'anno tutti i sistemi di monitoraggio sui principali viadotti (circa 2 mila sui 3.020 chilometri di rete gestita) saranno svolti attraverso un sistema ad intelligenza artificiale sviluppato con Ibm. Una piattaforma che consentirà il controllo in tempo reale, la cui sperimentazione inizierà in questi giorni su uno dei viadotti che nei mesi scorsi è finito sotto la lente dei magistrati per i mancati controlli, il viadotto Bisagno in Liguria, sull'autostrada A12 Genova-Livorno.
Tra le linee guida del piano, anche i forti investimenti in manutenzione e il tema centrale della qualità del servizio. Aspi sta infatti mettendo in campo tutto il possibile per dare il segnale del cambio di passo in atto, come spiegato in una recente intervista da Tomasi che, alla guida di Autostrade da poco meno di due mesi, ha chiarito anche la disponibilità a fare "importanti investimenti" e compensazioni: l'intenzione è di realizzare investimenti per 13 miliardi di euro nei 18 anni rimasti della concessione. Tutte misure che Tomasi mette sul piatto insieme alla disponibilità a trattare con il Governo per salvare la concessione. E anche il futuro della società (con ripercussioni anche per la controllante Atlantia), che con la revoca e l'indennizzo ridotto previsto dal Milleproroghe (che lo porta da 23 a 7 miliardi) si troverebbe davanti al rischio fallimento. Una trattativa ufficialmente non risulta avviata. Ma viene invece indicata da indiscrezioni di stampa, che parlano della richiesta da parte del governo ad Aspi di compensazioni per 3,5-4 miliardi di euro, attraverso una riduzione del 5% delle tariffe, un tetto massimo agli aumenti del 2% e una remunerazione del capitale investito del 6-7%. Voci che risollevano il titolo in Borsa, dopo le pesanti perdite dei giorni scorsi. Una strada possibile potrebbe essere anche quella di una maxi-multa, anche alla luce delle "negligenze" sulla manutenzione riconosciute sia dal premier Conte che dalla ministra De Micheli.