Una polizza su internet firmata Axo venduta a 200 euro costa meno di quella di Axa, ma c'è una differenza: la prima è finta, la seconda no. In centinaia ci sono cascati, per un esborso stimato finora in 700 mila euro. Qualcuno se n'è accorto dopo un sinistro, ma molti, ancora ignari di tutto, continuano a utilizzare la propria auto come se niente fosse. Il fenomeno, oggetto di una denuncia dell'Ivass, l'Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, ha portato all'oscuramento di 222 siti da parte del Quarto Dipartimento (anti frodi) della Procura di Milano dopo un'indagine svolta dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza. La Gdf sta eseguendo perquisizioni e accertamenti su 74 intermediari abusivi, solo 5 dei quali per ora indagati. Molti dei soggetti coinvolti potrebbero infatti essere entrati nel giro a loro insaputa, per effetto di quella catena di Sant'Antonio che è internet nella sua declinazione più maldestra e truffaldina. L'indagine, diretta dal procuratore di Milano Francesco Greco e coordinata dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal sostituto Christian Barilli, ha fatto emergere un 'modus operandi' comune a gran parte dei portali individuati, basato sull'utilizzo indebito dei loghi delle compagnie di assicurazione ufficiali, su nomi di fantasia che li richiamano e sull'indicazione di un numero Rui (Registro Unico degli Intermediari assicurativi) contraffatto. In un video proposto dalla Gdf, alla richiesta di spiegazioni sull'assenza di copertura assicurativa nel Portale dell'Automobilista, un sedicente operatore replicava di controllare la propria polizza su un apposito sito, che ora figura tra quelli oscurati. La Procura di Milano - ha spiegato Greco - ha contattato anche i "grandi motori di ricerca" per verificare se ci fossero "rapporti contrattuali con siti di false polizze". "Credo - ha detto - che collaboreranno e che anche loro siano interessati, perché avvertono il problema delle frodi e del falso e rischiano di essere coinvolti per favoreggiamento o concorso". Secondo Fusco, "oggi abbiamo assestato un colpo, ma queste persone troveranno un sistema per continuare ad operare ed è necessario allertare la clientela". Tema su cui, come ha spiegato la responsabile della vigilanza sugli intermediari Maria Luisa Cavina, "l'Ivass è al lavoro da oltre 2 anni".