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Motorismo storico, in Italia vale 2,2 miliardi l'anno

Secondo indagine Istituto Piepoli presentata con Aci, Asi e Fmi

Redazione ANSA

ROMA - In Italia il motorismo storico vale un fatturato di 2,2 miliardi di euro l'anno, contro 22 miliardi del calcio, 1,2 miliardi deli superalcolici, 900 milioni dell'equitazione e 350 milioni dell'equitazione.

E' quanto emerge da un sondaggio dell'Istituto Piepoli commissionato dall'ASI (Automotoclub Storico Italiano), presentato al Senato insieme ad ACI e FMI. Come ha osservato la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, basterebbe questo dato a far capire come non si tratti di un settore di nicchia. Per la prima volta - ha spiegato il moderatore del convegno dedicato al rilancio del motorismo storico, Paolo Del Debbio - ACI, ASI e FMI si presentano insieme, superando le vecchie rivalità, perché l'area di interesse comune dei motori d'epoca ha grandi potenzialità economiche, ancora inespresse: per esempio, si è osservato, grazie all'indotto del turismo che pesa per circa un quarto del fatturato globale.

Ma il dato forse più sorprendente che emerge dal sondaggio, è la popolarità delle auto e moto d'epoca tra gli italiani: il 64 per cento degli intervistati si sono detti molto o abbastanza interessati a questo mondo, ingiustificatamente ritenuto elitario. Secondo Piepoli ciò significa che almeno 30 milioni di italiani amano i motori d'antan e le tante manifestazioni ad essi collegate, a cominciare dalla 1000 Miglia.

L'Italia può rivendicare in questo mondo un primato, come hanno sottolineato Paolo Pininfarina (figlio del senatore a vita Sergio) e i presidenti di ACI e ASI: quello dello stile italiano che ha portato auto come la Cisitalia ad approdare al Moma di New York quale esempio di "arte in movimento". E la Ferrari a primeggiare in Formula 1.

Il problema, secondo tutti i relatori, resta quello di coinvolgere i giovani che oggi vivono l'auto più come servizio pubblico che come espressione di libertà e creatività. E certo non aiutano "follie" come quella di vietare i centri storici ai veicoli d'epoca - ha chiosato Del Debbio - il che equivale a chiuderli al gioco, alla fantasia e all'arte. Per dimostrarlo, fuori del Senato l'ASI ha esposto un tricolore composto da tre piccole Fiat anni Sessanta, molto apprezzate dai turisti di passaggio.

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