La situazione per gli automobilisti che dovessero scoprire di possedere un'auto il cui motore è stato 'truccato' con un software segreto non è assolutamente preoccupante e non deve spingere a decisioni affrettate. Lo ha ribadito all'ANSA Marco Mauri, direttore progettazione servizi automotive di ACI Project - società del gruppo Automobile Club d'Italia, precisando che i controlli sui veicoli coinvolti nell'affare Volkswagen spetta, in Italia, solo a due centri autorizzati: il Cnr di Napoli e Jrc Ispra. Mauri ha ricordato che la responsabilitò dell'omologazione dei veicoli è del Paese di origine degli stessi quindi, per esempio, la Germania per il brand Volkswagen, la Spagna per il brand Seat e la Repubblica Ceca per le Skoda. Secondo il direttore di ACI Project ciò che è accaduto finora ''rientra esattamente nelle situazioni previste dalle norme europee. Se uno Stato membro, nel nostro caso l'Italia, viene a conoscenza di una potenziale non conformità in un veicolo - precisa Mauri - ha l'obbligo di informare tempestivamente le autorità dello Stato che ha rilasciato l'omologazione''. Prima di rivolgersi allo Stato che ha omologato il veicolo, spiega il direttore di ACI Project ''il nostro Ministero dei Trasporti ha però l'obbligo di accertare se la segnalazione di questa ipotizzata non conformità sia reale. E questo in Italia lo possono fare solo centri dello Stato o alle istituzioni europee. Gli unici due laboratori autorizzati a farlo sono dunque il CNR di Napoli e il JRC di Ispra, in provincia di Varese. Ed è proprio in questi centri che dovranno essere esaminate le auto del Gruppo Volkswagen o eventuali altre marche per cui ci sia questo sospetto". ''Bisogna aspettare quindi che venga fatta totale chiarezza sull'effettivo numero di vetture coinvolte - ha detto Mauri -, sulla identificazione, sugli interventi e sulle modalità di ripristino. La cosa più sbagliata è farsi prendere dal panico, immaginando di guidare un'auto fuorilegge, che non avrà accesso alle ZTL o che perderà di valore al momento della rivendita''.
Una volta poi predisposta la documentazione e inviata allo Stato che è responsabile della omologazione il locale ministero competente dovrà farsi parte attiva per fare in modo che la Casa costruttrice risponda entro 90 giorni alle contestazioni. ''L'azienda che ha prodotto il veicolo non conforme - ha precisato il direttore di ACI Project - dovrà quindi comunicare il piano d'interventi e i dettagli delle operazioni che verranno attuate''. Cosa che, come ha comunicato Volkswagen in una nota, avverrà entro fine ottobre. Per l'utente la possibilità di incappare in una ipotetica revoca della omologazione è comunque molto remota. ''Soltanto i Ministeri che hanno emesso i certificati in origine - ha concluso Mauri - hanno la possibilità di sospendere dalla circolazione le auto non conformi. E dovrebbe essere il Kba tedesco, quindi, a prendere una decisione così grave, rispetto ad una 'difettosità' che non comporta assolutamente nessun rischio''.