I francesi, nonostante un Governo fortemente schierato a favore dei veicoli elettrici e amministrazioni locali (prima fra tutte uella di Parigi) egualmente contrarie i motori a gasolio, stanno 'riscoprendo' i modelli Diesel, che sono saliti - nelle intenzioni di acuisto - dal 24% dello scorso anno al 28% dell'ultima rilevazione nello scorso mese.
Lo evidenzia il magazine specializzato francese l'Argus che ha condotto un sondaggio condotto da l'Argus su 10.000 utenti. Secondo le risposte fornite le intenzioni di acquisto di veicoli Diesel nuovi e usati - che erano in calo da diversi anni - sono aumentate di nuovo nel 2019: il 31% delle intenzioni di acquisto nel 2016, il 24% nel 2018 e un rimbalzo al 28% nel 2019. Tra i proprietari di Diesel, il rimbalzo è di 9 punti in un anno, con il 43% delle intenzioni di acquisto nel 2019.
Allo stesso tempo, le intenzioni di acquisto della benzina sono in costante calo: erano al 41% nel 2016 e ora scendono al 31%. La volontà di acquistare ibridi (compresi quelli plug-in) non è cambiata molto, dal 21% al 23%, mentre è in crescita quella per i modelli elettrici che attirano ora il 10% degli intervistati, contro il 4% nel 2016.
Il Diesel - scrive Autoactu nel commentare le ricerca de l'Argus - è ancora una volta attraente per il pubblico e potrebbe aiutare i costruttori a raggiungere i loro obiettivi di CO2 nel 2020. Il nuovo suv Peugeot 2008, ad esempio, sarà venduto oltre che in versione elettrica ma anche un motore a gasolio che emette 96 g/km di CO2, vicino a l'obiettivo del PSA a 93 g/km.
Anche nel mix di vendita di Nissan in Francia, i modelli Diesel si sono stabilizzati al 43% alla fine di ottobre 2019, rispetto al 44% nel 2018.
''In assenza di alternative - afferma Guillaume Boisseau, capo di Nissan France - il Diesel rimane la migliore risposta economica per chi viaggia su lunghe percorrenze e per le flotte''. Per Régis Masera, direttore settore consulenze di Arval France ''Il Diesel è ancora predominante nelle aziende e rappresenta il 70% delle utenze auto e veicoli commerciali''.
Fattori come la 'demonizzazione del Diesel e la paura di non poter accedere ai centri urbani ''stanno ancora pesando sui valori di rivendita di modelli a gasolio - afferma Nicolas Carron, esperto di valutazione all'interno del Gruppo Argus - e dopo 36 mesi, un Diesel usato del segmento B è ora al prezzo di un analogo benzina''.
Ma la situazione potrebbe presto cambiare perché il calo delle vendite del nuovo nelle auto a gasolio potrebbe creare un 'rimbalzo' al momento in cui il mercato dell'usato sarà privo delle quantità non immatricolate.
''Temevamo la catastrofe - sottolinea Olivier Hossard, CEO del Gruppo Vauban - ma una mano invisibile sta regolando i mercati e riduce le perdite di valore''.