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Daniel Pennac, racconto a fumetti l'amore che mi ispira

Daniel Pennac, racconto a fumetti l'amore che mi ispira

Autore a Milano presenta graphic novel edito Feltrinelli Comics

MILANO, 31 gennaio 2018, 13:00

di Federico Pucci

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Fumetti: Pennac, racconto l 'amore sovversivo che mi ispira - RIPRODUZIONE RISERVATA

Fumetti: Pennac, racconto l 'amore sovversivo che mi ispira - RIPRODUZIONE RISERVATA
Fumetti: Pennac, racconto l 'amore sovversivo che mi ispira - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Un amore improduttivo, sovversivo e contrario alle norme sociali: è questo 'Un amore esemplare' che Daniel Pennac ha raccontato nell'omonimo graphic novel con l'aiuto di Florence Cestac. A presentare il volume, che lo scorso 25 gennaio ha inaugurato la collana Feltrinelli Comics, sono stati lo scrittore e la disegnatrice francesi, ospiti di un incontro presso la libreria Feltrinelli Duomo di Milano. Il materiale è completamente autobiografico, una storia che va dagli 8 ai 23 anni nella vita di Pennac. Daniel e il fratello Bernard, in vacanza in un paesino nell'entroterra della Costa Azzurra, incontrano e rimangono affascinati da Jean e Germaine, due anziani signori dalla storia particolare, con un amore lontano dalle norme sociali, lui rampollo di ricca famiglia, lei sartina.

"L'amore, quando non è per convenienza, è di per sé sovversivo. Quello di Jean e Germaine non so se fosse rivoluzionario, ma certamente era singolare, perché era un amore improduttivo - dice Pennac - Una coppia di solito produce lavoro, figli, ricevimenti: loro non producevano nulla di tutto ciò, erano autosufficienti ma non per questo respingenti". Per questo, racconta Pennac, la comunità del paesino li giudicava malamente: "Il mondo intorno pensava che fossero dei signori nessuno, e non si rendevano conto di avere davanti agli occhi la concretizzazione della poesia e della fantasia. Con loro era un'invenzione continua: Jean mi diceva che piantava bonsai nel giardino per far sembrare più grande la loro casetta! Mi hanno certamente influenzato: il loro mondo era molto più divertente di quello intorno che li giudicava così, un mondo accecato dal pregiudizio". Un ideale che si ritrova anche nella dedica del libro alle vittime degli attentati a 'Charlie Hebdo', avvenuti proprio mentre Cestac e Pennac stavano completando il libro: "Loro sono i nostri dodici apostoli: con le dovute proporzioni, anche loro sono stati vittima di un pregiudizio, anche loro erano un'incarnazione della poesia, una poesia uccisa da persone ottuse". La memoria di Jean e Germaine ha lasciato una traccia nella poetica umoristica e fantasiosa di Pennac: "La loro era una storia che volevo raccontare da anni: li avevo inseriti in qualche modo nella 'Fata Carabina', erano i genitori adottivi dell'Ispettore Pastor. Magari avrei potuto farci un film, ma non saprei mai farne uno: allora ho usato Florence, che è il mio esercito di immagine, la mia Paramount!". Una fascinazione, quella verso i fumetti, che non è nuova per Pennac, che cita 'Il libro dei sogni' di Federico Fellini, 'Little Nemo' di Winsor McCay, Hugo Pratt e Hergé tra le sue influenze. La storia di Jean e Germaine ha preso però vita anche sul palco, grazie a una trasposizione teatrale di Clara Bauer, descritta in un'appendice del volume.
   

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