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Teen

Richard Scarry, i segreti del grande disegnatore nel centenario della nascita

Il figlio Huck a Bologna cura retrospettiva autore amato da generazioni di bambini

mostra all'Archiginnasio di Bologna
  • di Mauretta Capuano
  • BOLOGNA
  • 02 aprile 2019
  • 11:28

Scoprire e imparare cose nuove ma "sempre divertendosi". Era uno dei segreti di Richard Scarry che con i suoi albi ha fatto sognare generazioni di bambini e anche di adulti. Nel centenario della nascita dell'autore di Zigo Zago, il gatto Sandrino e Mamma Orsa il figlio Huck, ripercorre la vita del padre nella mostra '1,2,3...Scarry!' che si inaugura il 2 aprile all'Archiginnasio di Bologna e tornano in libreria, in un raffinato restyling di collana, i libri pubblicati da Mondadori a partire dal 1962. Quarantadue i titoli pubblicati in Italia che hanno venduto 4.670 mila copie. "I suoi libri, che Mondadori ripubblica in una veste elegante, sono sempre giovani e freschi per il modo in cui sono disegnati. E questo è un altro dei segreti dell'arte di mio padre che aveva un senso della grafica, dell'armonia dei colori ineguagliabile. Mi diceva sempre che metteva nel disegno quello che voleva vedere e nient'altro. I suoi disegni sono leggeri, come uno scherzo, anche se dietro c'e' molto pensiero", racconta all'ANSA Huck Scarry in un perfetto italiano, a Bologna nel giorno di inaugurazione della Fiera del Libro per Ragazzi.

I personaggi antropomorfizzati, che lavorano, indossano abiti e guidano l'automobile raccontano storie che sono sempre istruttive; i libri sono pensati per insegnare vocaboli, principi matematici, funzione e funzionamento di oggetti e macchine e così via. 

 La retrospettiva va dagli anni Cinquanta alla morte di Richard Scarry nel 1994 e raccoglie foto d'epoca che hanno ispirato anche i suoi libri, prime edizioni dei titoli più famosi e anche volumi mai usciti in Italia, memorabilia e oggetti tra cui spiccano due cappelli: "uno comprato negli anni Cinquanta in Tirolo che ha ispirato quello del verme Zigo Zago e un altro da cow boy degli anni Novanta" racconta Huck Scarry. "A mio padre piaceva indossare e disegnare cappelli. A casa ne ho una collezione. Alla sua epoca, comunque, gli uomini non uscivano di casa senza indossare il cappello che in molti casi identificava anche una professione" spiega il figlio di Scarry che a sua volta è autore di 70 libri in cui ha portato avanti l'arte del padre.

"Scrivo e illustro i libri, è un grande dono che mi ha lasciato mio padre" dice. Realizzata in dieci riquadri in ordine cronologico, che contengono ognuno più elementi di un determinato periodo, la mostra all'Archiginnasio si sviluppa su piani orizzontali. "C'è un libro che non è ancora uscito in Italia, 'Good night, Little Bear', con in copertina un orso grande con un orso piccolo dietro di lui, in cui racconta una storia ispirata a quello che facevamo quando avevo due o tre anni, ogni sera prima che mi addormentassi. Faceva finta di non vedermi, salivo sulle sue spalle e lui mi portava in giro per la casa chiedendo se qualcuno aveva visto Huck" dice l'erede di Scarry. Vedendo la mostra si scopre anche quanto fosse importante avere un archivio, nell'epoca in cui non c'era Internet, per il grande illustratore e quanto lui ci tenesse a essere fedele ai dettagli. "E' così per la Roma anni Cinquanta che si trova nel libro 'In giro per il mondo' dove "sono disegnati, sotto la scalinata di Piazza di Spagna, i taxi dell'epoca che erano verdi, con il tettuccio scuro e il taxista in divisa beige. Sono uguali a quelli della foto del '63 che ho recuperato nell'archivio di famiglia ed espongo alla mostra" ci spiega Huck. E aggiunge: "con questa mostra si scoprirà uno Scarry che nessuno conosce in Italia e si capirà anche l'origine di alcuni suoi libri come il suo più famoso, 'Il libro delle parole' che si ispira al dizionario tedesco Duden in cui le parole entrano nel disegno. Un mondo meraviglioso, garbato, come quello che si trova in uno degli ultimi scritti di Richard Scarry, una sorta di testamento, che il figlio propone accanto al cappello da cowboy che indossava il padre nell'ultimo riquadro della mostra. "Non c'è violenza nei miei libri' scrive Richard Scarry, nato il 5 giugno 1919 a Boston, morto nel 1994 in Svizzera. '1,2,3...Scarry!' è stata pensata per Bologna, dove resterà fino al 27 aprile, ma "diventerà anche una mostra itinerante in diverse città delle Cina" annuncia Huck Scarry, che vive tra la Svizzera e Vienna e sta preparando anche un'altra mostra nella campagna inglese, a Bruton, nel Somerset che si inaugurerà il primo giugno. E il prossimo ottobre arriveranno in libreria altri sei titoli della collana Mondadori nella nuova veste.
   

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