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Smartphone ai ragazzini, 8 consigli per genitori in crisi

Smartphone ai ragazzini, 8 consigli per genitori in crisi

Le scuole li vietano ma chi non lo possiede resta indietro con i compiti. Come comportarsi

24 settembre 2018, 20:02

di Agnese Ferrara

ANSACheck

Bambini di scuola elementare con gli smartphone. foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Bambini di scuola elementare con gli smartphone. foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
Bambini di scuola elementare con gli smartphone. foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Appena cominciate le scuole anche i genitori più impermeabili ai capricci dei figli che sognano il primo cellulare sono colti dal panico. Soprattutto quando i figli hanno l’età della quinta elementare e dell’avvio alla prima media. Il fatto che Bill Gates non abbia permesso ai suoi figli di avere telefoni cellulari fino la compimento dei 14 anni non aiuta a diminuire l’incertezza. Come comportarsi?

In prima media la maggioranza della classe ha lo smartphone e chi non lo possiede resta perfino indietro con i compiti. Le scuole li vietano e li sequestrano al suono della campanella ma molta didattica corre sui social, in internet e su whatsapp: dalle foto delle pagine dei libri con gli esercizi da fare per chi ancora non ha ricevuto tutti i testi (metodo richiesto spesso dagli stessi professori) ai lavori di gruppo, dai compiti online. Poi c'è l’organizzazione famigliare e i primi autobus presi da soli per tornare a casa dopo scuola. Le cabine del telefono sono oggetto da museo e le metropoli sono piene di imprevisti e quando i genitori lavorano entrambi e per tutto il giorno il telefonino permette di sentirsi spesso e per ogni necessità.

Come comportarsi? Ecco 5 consigli ricavati dalle indicazioni della Polizia Postale.

1) Un conto sono i bambini, altra cosa i ragazzi. No al cellulare per i più piccoli, sì (con regole e suggerimenti) ai ragazzi che frequentano le scuole secondarie anche per organizzare la propria socialità, muoversi più sicuri fuori casa e per essere in contatto con la famiglia.
2) Si possono installare browser con liste di siti visitabili che si trovano nella sezione “parental control”. La sezione è disponibile sui principali motori di ricerca e marche di telefonini. Si possono anche scegliere le parole chiave da eliminare e i siti da non consultare. Se il bambino naviga a vista non rischierà di incappare in temi non adatti alla sua età. Sono però sistemi che vanno bene per i bambini più piccoli.
3) Anche la cronologia del browser è utile perché permette di controllare i siti visitati con lo smartphone. Il controllo funziona se i genitori non svelano il sistema ai figli. Inoltre è bene sapere che i ragazzi più grandi impiegano pochi giorni a capire come cancellarla. La polizia postale suggerisce piuttosto di essere chiari con i figli facendo un patto: la cronologia del telefonino non va cancellata. Ci sono anche alcuni servizi di parental controlling che permettono di bypassare il problema.
4) Youtube: il prediletto di ragazzini e ragazzi e anche il mezzo più delicato perché esiste il rischio reale che consultino video violenti, erotici e aggressivi. I fenomeni di bullismo dilagano attraverso video e foto. I ragazzi passano la maggior parte del loro tempo a guardare video e non manca chi, fin dalle scuole elementari, possiede anche il proprio canale, magari su musica.ly. Ci sono sistemi di controllo da selezionare nella stessa schermata di youtube ma su questo fronte ci si tutela veramente poco. E’ buona regola controllare cosa guardano i propri figli ma non di nascosto. Meglio guardarli insieme a loro, senza criticarli. Assistere aiuta i parenti a farsi un’idea del mezzo e dei contenuti consultati e a parlare apertamente con i ragazzi analizzando i punti critici del comportamento adottato dagli youtubers, dell’esistenza di contenuti pilotati e dei eventuali rischi esistenti. Non tenerli all’oscuro di niente e non lasciarli a lungo da soli avanti allo schermo, insomma.
5) Snapchat, whatsapp e facebook: sono vietati ai minori di 13/16 anni ma l’uso dilaga fra i teenagers. E’ controproducente impedire loro di usarli e il consiglio della Polizia Postale è di imporre la regola che i codici di accesso e le password siano condivisi con i genitori. Il metodo può funzionare con i più piccoli ma i ragazzi tenderanno a creare altri profili all’insaputa della famiglia. Facebook permette di limitare l’accesso agli estranei e condividere il proprio profilo solo con gli amici ed è bene che questa opzione sia selezionata. Anche in questo caso è indispensabile documentarsi e parlare apertamente con i ragazzi dei rischi, ricordando loro che la rete non è virtuale e che nella rete resta tutto, dalle foto ai video ai commenti. E’ bene quindi pensarci bene prima di postare immagini o testi.
6) Tempo massimo. Patti chiari fin dall’inizio: date ai ragazzi un limite di tempo con cui connettersi. Poi il telefono si spegne. E’ dimostrato che una volta connessi i ragazzi non smettono più ma le ore passate online li rendono più distratti ed isolati e riducono all’osso anche il tempo necessario per fare i compiti.
7) Quindi, comprare o no il cellulare al proprio bambino? Le difese sono poche ma sarebbe sbagliato vietarne l’uso, soprattutto ai ragazzi che frequentano le scuole medie. La principale regola da seguire resta quella di parlare con i propri figli fin da piccoli riferendo loro anche i casi di cronaca eclatanti (adulti che adescano bambini online, fenomeni di bullismo di ogni livello eccetera). Non tenerli all’oscuro dai rischi, insomma, li aiuterà a costruire la propria privacy acquisendo anche un maggiore senso critico che in internet serve eccome.
8) Consultare il sito della Polizia Postale per maggiori informazioni sui temi più rischiosi connessi con internet, dai social network al cyberbullismo alla pedofilia online

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