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Allenatore, per i giovani atleti un maestro di vita

Allenatore, per i giovani atleti un maestro di vita

Genitori in campo, 5 regole salutari da seguire per il bene dei figli

21 marzo 2018, 12:57

di Alessandra Magliaro

ANSACheck

Scuola basket Ferrara - RIPRODUZIONE RISERVATA

Scuola basket Ferrara - RIPRODUZIONE RISERVATA
Scuola basket Ferrara - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Alessandra Magliaro) Rispetto per gli altri, spirito di squadra – inteso come il saper vincere ma anche perdere insieme – disciplina e senso di responsabilità, questo è lo sport in generale e per i giovani atleti in particolare. L'allenatore è il maestro, la persona che oltre alla tecnica sportiva, trasferisce i valori fondanti dello sport che poi sono quelli della vita sana. Lo sport praticato, ad ogni livello, la competizione qui non c'entra, seminerà abitudini di buoni comportamenti nella vita da grande, spronando a fare sempre meglio. Questo almeno dovrebbe essere.

Dice il super allenatore Arrigo Sacchi "il mio invito a tutti i ragazzi è di puntare prima di tutto a diventare delle persone migliori, più che dei campioni. La tecnica e la prestanza fisica col tempo possono svanire, mentre essere una persona abituata al sacrificio, che dona agli altri ed è orgogliosa di far parte di qualcosa più grande di sé è un insegnamento che vale per la vita.” 

 E i genitori? Non è raro vederli a bordo campo, di calcio, di baseball o di basket, trasformarsi in allenatori-tifosi con il rischio di accendere rivalità e competizioni fuori luogo, magari stressando i figli con premature ansie da prestazione. Ecco allora 5 regole salutari:

1) L'allenatore allena, l'arbitro arbitra, tu divertiti!: Il tuo compito è sostenere la squadra e tuo figlio, ed incitarlo a migliorarsi, quindi non pensare ai consigli tecnici e goditi la partita!

2) Non c'è partita senza due squadre, non c'è gioco senza avversari. Divertiti e applaudi più forte che puoi

3) La partita inizia nello spogliatorio, continua in campo e finisce nella doccia: rispetta questi momenti e lascia che tuo figlio di viva il gruppo

4) La panchina non è una sconfitta, ma il punto di partenza. Non discutere le scelte dell'allenatore, spiega a tuo figlio che l'impegno in allenamento premia sempre e arriverà il suo momento

5) La partita è la verifica dopo una settimana di allenamenti, impara a cogliere i miglioramenti della squadra e di tuo figlio e non pensare solo al risultato. Non importa se 'ha vinto' o se 'ha perso' pensa solo: oggi si è divertito 

Secondo una ricerca Ipsos per il programma “Gillette Giovani Promesse”, social contest lanciato per la prima volta in Italia per supportare gli sport di squadra giovanili, il 92% degli italiani concorda sull’importanza dell’allenatore per trasferire ai giovani atleti i valori dello sport e della vita. Per i giovanissimi (fascia 18-24 anni), il 96,3%, quindi la quasi totalità, il mister è molto e abbastanza importante per trasmettere lo spirito di squadra; seguito dalla disciplina e senso di responsabilità (93,9%) e, dato questo piuttosto sorprendente, dal saper perdere, che ha ottenuto una percentuale di preferenze di ben il 91,1%. “È l’allenatore che ci ha insegnato il rispetto per gli altri, compagni di squadra e non, e la lealtà per la squadra. Sono valori che condivido e fanno parte della mia vita”, è stato uno dei commenti dei partecipanti alla ricerca. “Quando giocavo a calcio il mister era l’anima portante della squadra, il maestro che ci indicava la giusta via”.

Il mister Arrigo Sacchi, endorser del programma, commenta: “Ci deve essere sempre rispetto per la divisa, che deve essere portata con dignità. E’ importante essere una squadra in tutto e avere tutti la medesima identità”.

Ecco il credo degli allenatori della scuola basket di Ferrara: far innamorare bambini e ragazzi di questo meraviglioso sport, farli crescere in palestra anziché nelle strade o in casa davanti al computer, insegnare loro cosa significa rispettare le regole, i compagni, gli avversari, gli arbitri, le attrezzature, insegnare loro il significato di sacrificio, impegno, altruismo, far accettare la sconfitta senza drammi e la vittoria senza esaltazioni far maturare questi bambini e ragazzi oltre che farli diventare giocatori di basket.

 Un ruolo importante per i giovani atleti lo hanno anche i personaggi affermati dello sport, visti come modelli aspirazionali. Dall’indagine emerge però che le icone sportive non sono prese come modello solo per il loro aspetto esteriore, ma anche per il loro modo di comportarsi al di fuori del campo e per tutti quei valori che gli italiani hanno riconosciuto allo sport più in generale. Questi alcuni commenti di ragazzi intervistati a proposito dei loro personaggi sportivi di riferimento: “Ammiro molto Cristiano Ronaldo. Oltre a essere uno dei migliori al mondo è anche uno di quelli che fa più beneficienza”. Parlando di Zanetti “Un grande calciatore, con un amore per la maglia che al giorno d’oggi è difficilissimo trovare”, mentre a proposito di Maldini “Come lui sono una persona che si sacrifica per gli altri, che guida il gruppo, che sprona e supporta quando ce n’è bisogno”.

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