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Teen

L'evoluzione spiegata ai bambini? Ci pensa Nonna Pesce

Da dove veniamo? Un albo illustra la teoria di Darwin e diventa racconto su diversità

La teoria dell'evoluzione © Ansa
  • Redazione ANSA
  • 17 dicembre 2017
  • 20:18

«Se qualcuno vi dice che l’evoluzione è un’idea troppo difficile da spiegare ai bambini, non credeteci!». È questo l’invito di Telmo Pievani, filosofo della scienza ed evoluzionista, nella prefazione di Mia nonna era un pesce, il libro scritto da Jonathan Tweet per fare in modo che la teoria di Charles Darwin non sia più un mistero per i giovani lettori. Arriva così in Italia il «primo albo illustrato sull’evoluzione spiegata ai bambini». Arricchito dai disegni dell’illustratrice americana Karen Lewis, offre ai piccoli lettori, e non solo, un’introduzione alla teoria dell’evoluzione e della selezione naturale. Da dove veniamo? È vero che discendiamo dai pesci? Tweet prova a rispondere con un testo semplice ed efficace, che permetta al bambino di avere il contesto in cui inserire ogni cosa: il cambiamento della specie, le variazioni del mondo animale, la nostra stessa storia. Con il gioco e la creatività, il personaggio di Nonna Pesce accompagna i giovani lettori a vivere la storia della vita sul pianeta, spiegando il senso di connessione profonda tra gli esseri viventi. «L’evoluzione funziona in questo modo, come un albero di nonni, di prozii e di cugini, di antenati e di discendenti. È un’affascinante storia di diversità, una storia plurale, un’esplorazione di possibilità, non una noiosa marcia di progresso che procede di bene in meglio. Che pizza tremenda sarebbe se l’evoluzione fosse soltanto progresso e perfezione è una bellissima storia di un albero che si ramifica», scrive nella presentazione Pievani.
«Sono sempre stato un grande fan dell'evoluzione», afferma l’autore Jonathan Tweet, noto inventore di giochi statunitense. «Così, quando mia figlia era piccola, volevo essere in grado di parlarle dell'origine degli animali e della nostra relazione con tutti gli esseri viventi. Volevo che questa storia fosse accessibile come una qualsiasi storia folkloristica. Non riuscivo però a trovare un testo che mi potesse aiutare, per questo ho deciso di scriverne uno io». Così è “evoluto” questo libro sull’evoluzione, adesso pubblicato in Italia, edito dalle Edizioni Centro Studi Erickson, nel più ampio progetto editoriale della casa editrice legato alle STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) e dedicato a storie che possano stimolare la curiosità dei più piccoli verso la scienza e favorire la lotta alle disparità di genere.

   «Quando scrivevo il libro ho pensato a come i rituali hanno sempre aiutato le persone a imparare, di come fossero una rappresentazione delle prime modalità di comunicazione. Penso che tutto si adatti a uno schema e che la creazione di questo sia davvero potente». Mia nonna era un pesce gioca infatti sulla ripetizione e sullo schema della domanda-risposta, facilitando l’assimilazione dei concetti, e gettando le basi del processo logico-scientifico: osservare, domandare, indagare, analizzare e risolvere. Al discorso educativo contribuisce anche l’arte: il tratto vivace e il colore brillante delle immagini di Lewis, che accompagnano la storia, rendono la lettura più interessante e avvincente. Una scelta in linea con i risultati dei recenti studi della Commissione Europea, che mostrano come l'istruzione in campo scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico sia più efficace se legata all'arte.
Jonathan Tweet nel libro spiega anche il concetto di diversità, e lo normalizza a cominciare dal contesto evolutivo. Come infatti racconta Pievani nel suo intervento, invitando a «capire che il motore dell'evoluzione è un processo semplice». «Il suo segreto sta nelle infinite diversità individuali. Nessuno di noi nasce proprio uguale all'altro. Ciascuno di noi porta con sé differenze uniche. Siamo tutti parenti e tutti differenti. Ognuno è speciale a modo suo. E allora queste differenze possono permetterci di vivere un po' meglio o un po' peggio in un certo ambiente, di riprodurci un po' di più o un po' di meno». Nella parte finale del libro Tweet suggerisce a genitori e insegnanti come chiarire i concetti evolutivi, senza cadere negli errori comuni. Se i progetti legati alle STEM sono diventati temi caldi sul tavolo dell’istruzione, altrettanto dovrebbero essere fuori dal contesto scolastico.

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