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Società & Diritti

Baby-modella con velo, in Francia è polemica

Anche deputate per boicottaggio. Gap, celebriamo la diversità

La campagna Gap Kids © Ansa
  • Redazione ANSA
  • ROMA
  • 12 agosto 2018
  • 10:13

 Due bambine sorridenti, in jeans e giubbottino, una con una massa di capelli ricci in testa, l'altra con il velo islamico sul capo. E' bastata questa immagine pubblicitaria sul sito e sull'account Twitter del brand Usa di abbigliamento Gap, in vista del nuovo anno scolastico, a scatenare una dura polemica in Francia, tanto da spingere anche deputate di maggioranza e opposizione ad aderire alla campagna di boicottaggio del marchio.
    "Cominciare l'anno con il piede giusto consiste nel non metterne più uno da Gap - scrive Aurore Bergé, deputata di En Marche, il partito del presidente Macron, su Twitter -. Nulla autorizza né giustifica che venga messo il velo alle bambine: dov'è la loro libertà? Dov'è il loro libero arbitrio? Dov'è la loro scelta? Che sia un argomento commerciale mi disgusta".
    Sempre via tweet le fa eco la collega dei Républicains (destra), Lydia Guirous: "Ho denunciato a più riprese questo aumento di imposizione del velo alle bambine: è un maltrattamento che calpesta i nostri valori di uguaglianza, di libertà e di laicità". L'azienda si è difesa rispondendo che "Gap Kids incoraggia i bambini a tornare a scuola celebrando le diversità" e spiegando che i ragazzini apparsi nella pubblicità (di cui fa parte anche un video) vengono da una storica scuola elementare pubblica di Harlem, quartiere di New York dalle tante anime.

Posizioni opposte rimbalzate anche nei commenti della rete, che si divide tra chi chi accusa l'azienda di imporre un modello vicino alla tradizione islamica e chi plaude al messaggio di apertura alle diverse culture presenti nella nostra società. Se la Francia discute da tempo sul tema del velo, in nome della laicità che è elemento fondante dell'identità del Paese, e lo vieta negli uffici pubblici (scuole comprese), diversità e integrazione sono tra i punti di forza di tante campagne pubblicitarie, come quelle di Oliviero Toscani per Benetton: l'ultima, vede in scena alcuni modelli nudi, abbracciati e di diverse etnie. Quanto al velo in passerella, la 'Modest Fashion' ossia la moda con i dettami religiosi islamici è ormai un business e livello globale e molti marchi da tempo lo stanno cavalcando. E' il caso di DKNY, che nel 2014 ha creato una collezione di look femminili per il Ramadan, o del giapponese Uniqlo che ha realizzato nel 2015 una linea firmata dalla designer inglese Hama Tajima. Mentre è di Dolce & Gabbana una collezione dedicata. Il mercato è arrivato anche ai grandi magazzini, come l'americano Macy's e contagiato brand di fast fashion come lo spagnolo Mango, che ha proposto una sua Ramadan Collection, o il gigante svedese H&M che ha scelto come testimonial la modella Mariah Idrissi vestita con l'hijab. E il velo usato dalle donne musulmane ha debuttato anche sulla copertina di Playboy, scatenando polemiche. 
   

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