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L'odissea dei rifugiati, il dramma umano e l'accoglienza in un documentario

L'odissea dei rifugiati, il dramma umano e l'accoglienza in un documentario

Diretto da due italiani. Su Hbo in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato

NEW YORK, 11 giugno 2018, 17:33

di Gina Di Meo

ANSACheck

'It Will Be Chaos degli italiani Lorena Luciano e Filippo Piscopo , il 18 giugno su Hbo per la Giornata Mondiale del Rifugiato - RIPRODUZIONE RISERVATA

'It Will Be Chaos degli italiani Lorena Luciano e Filippo Piscopo , il 18 giugno su Hbo per la Giornata Mondiale del Rifugiato - RIPRODUZIONE RISERVATA
'It Will Be Chaos degli italiani Lorena Luciano e Filippo Piscopo , il 18 giugno su Hbo per la Giornata Mondiale del Rifugiato - RIPRODUZIONE RISERVATA

Aregai e' un eritreo scappato dal suo paese e scampato alla morte dopo il tragico naufragio di Lampedusa del 3 ottobre del 2013 in cui morirono oltre 368 persone. Wael e Doha Orfahli, invece, con i loro quattro figli hanno lasciato la Siria e attraverso la Turchia, lungo la rotta dei Balcani cercano di raggiungere la Germania. Le loro storie sono due delle tragedie umane protagoniste in 'It Will Be Chaos' (Sara' il caos), il documentario prodotto da HBO, diretto da due italiani, Lorena Luciano e Filippo Piscopo e trasmesso in anteprima il prossimo 18 giugno dall'emittente televisiva statunitense in occasione della Giornata mondiale del rifugiato.
    It Will Be Chaos si svolge tra l'Italia e i Balcani ed e' un racconto in prima persona di cio' che i rifugiati affrontano quanto scappano dai loro paesi. "Dovevamo decidere quale storia raccontare - hanno spiegato i due registi durante la presentazione a New York -. Queste persone vivono attraversando traumi e devono imparare a conviverci. Il trauma non va via anche se si sopravvive".
    Il documentario sfrutta cinque anni di riprese in loco e apre con l'immagine forte delle bare che vengono scaricate a terra dopo che si e' consumata quella che e' stata definita una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo dall'inizio del XXI secolo. Solo 155 persone furano salvate e Aregai era una di queste. Le storie dei rifugiati si intrecciano anche con quelle degli italiani, soprattutto di Lampedusa o della Calabria, dove si trovano i centri di accoglienza, e della loro frustrazione di fronte all'incapacita' sia del governo che dell'Unione Europea, di dare risposte adeguate alla crisi. Non c'e' solo rabbia ma anche tanta umanità come quando alcuni pescatori italiani mettono in salvo dei rifugiati sfidando la legge. Aregai subisce anche la prigione in Italia perche' accusato di immigrazione clandestina. Una volta uscito, vivendo da squatter in una palazzina pericolante di Roma riesce a raggiungere la Svezia con dei documenti falsi. Qui gli viene concesso asilo politico. Da allora ogni anno in ottobre si reca a Lampedusa per commemorare la strage del 2013. Da parte loro, gli Orfahli riescono ad arrivare in Germania dopo 24 giorni di un viaggio all'insegna della fame, del freddo e dell'incertezza.
    Anche loro avranno riconosciuto lo status di rifugiati. Le storie di Aregai e degli Orfahli, nella loro tragicità, sono tuttavia a lieto fine. Poco dopo l'Europa chiedera' i propri confine e migliaia di migranti rimarranno abbandonati in Turchia. 

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