Ormai siamo abituati a leggere insulti sui social, ma provate a immaginare di vederli 'indossati' sotto forma di cartelli in mezzo a una piazza o a una strada: verrebbe spontaneo immaginare un qualche tipo di reazione da parte dei passanti e, invece, niente: solo indifferenza, al massimo un selfie. E' quello che si vede nell'esperimento sociale realizzato dagli studenti dell'Università Cattolica a sostegno della campagna sociale contro il bullismo #Leparolefannomale lanciata da Vox-Osservatorio Italiano sui diritti e sostenuta della Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini.
Il progetto contro il linguaggio dell'odio, spesso veicolato dai social media, è dedicato a chi più di tutti ne paga le conseguenze: i giovani. Secondo alcuni dati citati da Vox sulla base dei siti AdoleScienza.it e Skuola.net, infatti, il 28% dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni è o è stato vittima di bullismo, l'8,5% di episodi di cyberbullismo. Circa la metà di questi ultimi pratica autolesionismo e il 59% ha pensato almeno una volta al suicidio.
Vox ha chiesto a un gruppo di studenti dell'Università Cattolica di Milano di raccontare il fenomeno dal loro punto di vista. Per testare il livello di reattività alle parole che avvelenano il linguaggio sui social, i ragazzi hanno "indossato" cartelli di insulti rivolti a donne, migranti, disabili, ebrei.
A Milano, Roma, Torino, in quattro happening di quattro ore ciascuno, con un passaggio di circa 100 persone al minuto, per un totale di circa 100 mila persone, c'è stata quasi solo indifferenza da parte dei passanti. "Non ci aspettavamo una reazione di quel tipo - spiegano gli autori dell'"esperimento" -. Metterci nei panni del bullo ci ha permesso di capire che la sua forza sta proprio nell'indifferenza degli altri. Per raccontarlo abbiamo scelto il linguaggio dei social network, il più usato dai giovani, ma anche quello dove più facilmente si diffonde l'hate speech". Come documentato dall'edizione passata della Mappa dell'Intolleranza di Vox, infatti, ogni sei messaggi twittati, uno ha connotati decisamente intolleranti contro le donne, i musulmani, gli omosessuali, gli immigrati, i diversamente abili, gli ebrei. Nel secondo video della campagna appare invece Gianluigi Buffon, portiere della Juventus e capitano della Nazionale Italiana, che supporta l'iniziativa, così come la Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, per la quale: "Il fenomeno dell'hate speech va combattuto su più piani, ma decisivo è l'intervento di tipo culturale e formativo".
In un progetto di peer education, svolto sempre con il supporto degli studenti dell'università Cattolica, sono stati coinvolti anche un gruppo di ragazzi del Liceo classico Berchet, che hanno lavorato alla progettazione di una campagna di prevenzione del cyberbullismo da proporre ai loro coetanei.