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Valeria Golino, esorcizzo l'età sul set

Valeria Golino, esorcizzo l'età sul set

Per Sciamma è 'anziana'. Le donne? "Qualcosa si muove"

CANNES, 21 maggio 2019, 00:09

dell'inviata Alessandra Magliaro

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© ANSA/EPA

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"Il rituale del red carpet mi piace" dice Valeria Golino che del festival di Cannes è da moltissimi anni una frequentatrice. L'ultima volta nel 2018 era per Euforia, secondo film da regista, oggi è per una partecipazione nel film in concorso di Celine Sciamma Portrait of a lady on fire. Interpreta la madre della coprotagonista, Helene Haenel, un ruolo di donna in età avanzata e forse è la prima volta. "Non è avanzata, è proprio la mia di come sono adesso. A volte questa cosa mi infastidisce molto, altre meno, mostrare sullo schermo come sono è un modo per esorcizzare gli anni che passano. Ecco, diciamo che proprio per non vedermi come sono non volevo fare questo film che poi ho fatto proprio per questo. Come attrice sono ruoli che possono destabilizzare.
Insomma, il sottile fascino della paura...", scherza la Golino.
"Sono attratta - aggiunge - dai ruoli che mi fanno perdere l'equilibrio, proprio quelli che esercitano questa paura sono quelli che mi attraggono".
Due giorni fa, racconta all'ANSA, ha appena finito di girare il nuovo film di Costa Gavras sulla Grexit, tratto dal libro dell'ex ministro dell'economia Varoufakis Adulti nella stanza.
"Sono la moglie di Varoufakis - spiega - e nel film c'è anche la vera coppia in moto che si presta ad avviare il racconto prima di rivelare che la storia prosegue con gli attori".
La madre per la Sciamma "è una donna severa, malinconica. Ho usato la tristezza che mi suscitava questo personaggio per interpretarlo. Sono amica di Celine, la stimo molto, la trovo una regista elegante, intelligente, capace di essere molto profonda. Io sono completamente diversa, più irruenta. La sua storia di amore tra donne io l'avrei fatta piena di colpi di scena, burrascosa, invece lei la fa scorrere liberamente".
La questione donne è uno dei temi del festival, e per la verità anche un anno fa. "Il giorno che non sarà più una domanda da porsi sarà bello. Invece se ne parla ancora tanto, persino troppo, ma è un passo necessario, fa parte dell'evoluzione culturale. Qualche segnale? Sì, sento un'inversione di tendenza.
Una cosa importante la dobbiamo a noi stesse, spesso ci sottostimiamo. Io per esempio penso alla regia da anni, volevo farla già a 30, ma poi pensavo 'non mi daranno fiducia, non mi produrranno' e ho finito per fare il primo corto a 45". Nel film di Celine Sciamma c'è l'amore lesbico, un tabù sociale ancora? "Forse 10 anni fa, ora non mi sembra, si vedono tutti i tipi di amori tra cinema e tv, spesso in modo superficiale o troppo politicamente corretto e questo mi infastidisce. La cosa peggiore è essere retorici. Un artista deve restare se stesso, integro, nel suo punto di vista, è qui la bellezza. Ed è per questo che non sopporto i social: essere legati ai like o ai commenti lo trovo assurdo, rischi di fare cose per compiacere gli altri". Dopo Euforia ("ci sono ancora i Nastri d'argento, speriamo bene") tanti impegni da attrice come il film di Gabriele Salvatores 'Tutto il mio folle amore' liberamente tratto dal romanzo 'Se ti abbraccio non aver paura' di Fulvio Ervas (Venezia?), 5 è il numero perfetto di Igort con Toni Servillo, Last Words di Jonathan Nossiter con Nick Nolte, Charlotte Rampling, Alba Rohrwacher. E un progetto imminente ancora top secret. E' la regia? "Ci sto girando intorno alla nuova storia.
Penso al cinema, ma ho anche un progetto di serie tv". 

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