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Moda

Raffaella Carrà, lo stile di un'icona in mostra

Costumisti e stilisti, ecco con chi ha costruito il personaggio fra costume e moda

  • di Patrizia Vacalebri
  • 18 luglio 2018
  • 17:15

L'inossidabile caschetto biondo adottato nei primi Anni Settanta e quasi immutato. L'ombelico scoperto in anni di censure televisive ancora nei sogni proibiti di quella generazione di italiani. L'eleganza maliziosa e i look audaci indossati con ironia. Bianco, nero, rosso, oro, i colori preferiti, una cascata di cristalli a rendere indimenticabile il sorriso innocente, un crespo speciale per fasciare i movimenti sexy. E' Raffaella Carrà, icona della tv, amata e celebrata secondo logiche trasversali da mondi diversi dallo spettacolo alla moda, dalla militanza gay alle casalinghe fino agli gli intellettuali. Altaroma le dedica una mostra a Cinecittà, nel Teatro 1 prorogata fino al è stata prorogata fino al 2 settembreo, curata da Fabiana Giacomotti, coadiuvata da Annalisa Gnesini. "La Carrà, come disse in un'intervista il regista Pedro Almodovar non è una donna, è uno stile di vita - ricorda la curatrice della mostra - come non fare una mostra su di lei? E' un personaggio imprescindibile".

Raffaella Maria Roberta Pelloni, in arte Raffaella Carrà, 75 anni compiuti il 18 giugno, di cui 66 davanti le telecamere, è la dimostrazione di come si possa conquistare e mantenere il successo rimanendo fedeli a se stessi. Lo rivela la prima mostra che il mondo della moda le dedica, analizzando l'opera dei grandi creatori del cinema e della televisione che l'hanno caratterizzata e vestita fin dagli albori della sua carriera e delle firme storiche e nuove della moda che a lei si sono ispirati. "Iconoclasti. Lo stile di Raffaella Carrà nell'opera di costumisti e stilisti" è stata organizzata a Cinecittà, grazie alla collaborazione con Istituto Luce - Cinecittà.
    L'esposizione mette in evidenza i segni e le simbologie più nascoste del fenomeno Carrà, attraverso costumi, abiti, accessori, oggetti, video, foto, disegni preparatori e bozzetti dei più grandi costumisti della tv e del cinema, come Enrico Rufini, Corrado Colabucci, Luca Sabatelli, Gabriele Mayer, Gabriella Pera, e tramite gli abiti degli stilisti che a questi segni si sono ispirati. Quaranta costumi, selezionati fra oltre quattrocento, provenienti dall'archivio storico della Rai, di Annamode, della sartoria The One, e di Collezioni Carrà di Giovanni Gioia e Vincenzo Mola, di cui la maggior parte mai esposta fino ad oggi, permettono d'identificare elementi, tratti e ricorrenze stilistiche di Raffaella Carrà in un continuo gioco di rimandi fra costume e moda che diventa evidente nella selezione di abiti firmati da nomi come Renato Balestra, Greta Boldini, Luigi Borbone, Mario Dice, Antonio Grimaldi, Giuseppe di Morabito, Guillermo Mariotto per Gattinoni, Leitmotiv, Fausto Puglisi, Marco Rambaldi, Francesco Scognamiglio, Daizy Shely. Attenta la scelta delle fotografie, fra cui un inedito offerto da Niccolò Moschini, figlio del grande impresario Pino, a lungo collaboratore di Raffaella Carrà. Molto curata la costruzione dei video, selezionati fra le oltre 19mila referenze custodite in Rai Teche. Fra gli oltre cento bozzetti in mostra anche la selezione preparatoria del personaggio-Carrà, risalente ai primi anni Settanta e firmata da Colabucci, prestito di Stefano Rianda. Speciale anche il catalogo-gadget a tiratura limitata per gli ospiti: un tributo a Raffaella Carrà in versione paper doll su disegni di Cinzia Leone e comprensivo del cartamodello di una delle sue tute più famose, progettata da Simone Bruno dell'Accademia Koefia.
   

  • di Patrizia Vacalebri
  • 18 luglio 2018
  • 17:15

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