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Moda

Dior a Denver, 70 anni di eleganza haute couture

Bozzetti, abiti, oggetti all'Art Museum della città americana

La mostra per i 70 anni di Dior a Denver © ANSA
  • Patrizia Vacalebri
  • ROMA
  • 21 novembre 2018
  • 20:39

    "Dior: From Paris to the World" è il titolo della mostra inaugurata in questi giorni a Denver, nell'Art Museum, dove sosterà fino al 3 marzo 2019, che celebra oltre 70 anni di haute couture della più francese delle maison francesi, in una sorta di viaggio nel tempo a ritroso tra gli abiti e le foto d'archivio della Dior, a partire dai primi anni dalla fondazione per mano del visionario couturier, monsieur Christian Dior, fino ai suoi successori, da John Galliano a Gianfranco Ferré fino a Maria Grazia Chiuri, prima donna e pure italiana a guida della direzione creativa della maison. La mostra comprende 180 bozzetti di haute couture e 25 delle mises delle più significative collezioni di Dior, oltre a foto, video e film, schizzi, quasi 200 accessori e oggetti legati ai profumi, al trucco e una serie di rari pezzi d'archivio, alcuni inediti, acquisiti dalla maison dal Denver Art Museum. La mostra si avvale anche di una scenografia progettata dall'architetto Shohei Shigematsu, che ha disseminato le sue "briciole" di haute couture in un labirinto ricurvo. Quelle stesse curve che per Christian Dior erano il simbolo della femminilità. Quindici spazi tematici rendono omaggio alle icone della maison: la giacca Bar, il manifesto del New Look. Senza dimenticare le dive che hanno indossato Dior, clienti sconosciute o muse fedeli: da Marilyn Monroe a Natalie Portman, passando per Liz Taylor. In mostra le creazioni di Yves Saint Laurent (giacche di pelle che fa cenno a Brando in The Wild One), le linee morbide di Marc Bohan, il fiammeggiante Gianfranco Ferré, la stravaganza di John Galliano, il Giappone di Raf Simons, l'attenzione femminista di Maria Grazia Chiuri. Il titolo della mostra prende spunto da una concezione di eleganza internazionale di Monsieur Dior: "Come couturier parigino, avevo bisogno di conoscere non solo le esigenze delle donne francesi, ma anche quelli di donne eleganti in tutto il mondo". Infatti nel marzo 1957, Christian Dior è stato il primo sarto francese ad apparire sulla copertina della prestigiosa rivista Time. Nelle sue mani teneva un paio di forbici giganti, come se fosse in giro a ritagliare il mondo con il suo sguardo visionario. Dieci anni prima, il 12 febbraio 1947, il couturier era stato divinizzato da Carmel Snow in un altro importante magazine americano, Harper's Bazaar, diventando l'ambasciatore dell'eleganza francese negli Usa. Sua madre Madeleine, sperava che suo figlio diventasse un diplomatico, sarebbe stata felice del titolo della mostra "Dior: From Paris to the World", che descrive lo straordinario destino dello stilista parigino adorato da Hollywood e le più grandi stelle del pianeta. La storia racconta infatti, che il primo settembre 1947, pochi mesi dopo il trionfo del New Look, Dior s'imbarcò per l'America: "Ho deciso di fare le cose a fondo e fare un tour completo degli Stati Uniti" scriveva nelle sue memorie. E già nel 1948, donò l'abito Chérie, tratto dalla sua prima collezione al Metropolitan Museum of Art di New York. Il viaggio e la donazione sottolineavano il desiderio chiaro di riscrivere la propria storia: maison a Parigi con una prospettiva internazionale di conquista del mondo. La raggiunse in dieci intensi anni di lavoro: il couturier di Avenue Montaigne conquistò il successo aprendo boutique all'estero. "È stato il primo couturier a capire l'importanza del retail" ricorda Florence Müller, curatrice della mostra. "Grazie al New Look, poteva vantare un nome più famoso persino di quello del Generale de Gaulle! Capitalizzando sul suo ha inventato un sistema visionario: prima la conquista di NY, Londra e Caracas, poi gli accordi di licenza con i produttori di sciarpe, lingerie, borse, scarpe e gioielli. La lezione di Dior è stata una pietra miliare per tutte le altre maison che oggi hanno fatturati milionari grazie alle vendite di borse e profumi".

  • Patrizia Vacalebri
  • ROMA
  • 21 novembre 2018
  • 20:39

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