Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Beauty & Fitness

Profumi, una storia antica da simbolo di immortalità a seduzione

A Torino PerFumum racconta con 200 oggetti e laboratori il lusso più effimero

Mostre: Perfumum, i profumi della storia © Ansa
  • Redazione ANSA
  • ROMA
  • 15 febbraio 2018
  • 19:55

Il profumo è la materia di un lusso che tra tutti è il più effimero, scriveva Plinio il Vecchio nella sua Storia Naturale. Il desiderio di trattenere i profumi, conservarli e di godere della loro fragranza accompagna la storia dell'uomo dall'antichità a oggi. La mostra PerFumum, I profumi della storia, racconta con oltre 200 oggetti tra pezzi di oreficeria, vetri, porcellane, affiches, trattati scientifici, la pluralità dei significati del profumo dall'antichità greca e romana al Novecento. La mostra fino al 21 maggio a Palazzo Madama, a Torino, è curata da Cristina Maritano, conservatore di Palazzo Madama. Nella rassegna sono compresi oggetti appartenenti alle collezioni dello stesso Palazzo Madama e numerosi prestiti provenienti da musei torinesi, come il Museo d'Arte Orientale, il Museo Egizio, il Museo di Antichità, la Biblioteca Nazionale, la Biblioteca Guareschi del Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco. Importante anche il contributo del Museo Nazionale del Bargello, Gallerie degli Uffizi, Museo Bardini e Galleria Mozzi Bardini di Firenze, Museo di Sant'Agostino di Genova. Fondamentale inoltre, la collaborazione con il Musée International de la Parfumerie di Grasse per la selezione di opere e gli apparati multimediali sulle tecniche della profumeria messi a disposizione.

Ecco una breve storia del profumo:

Le civiltà egizia e greco-romana, sulla scorta di tradizioni precedenti, assegnano al profumo molteplici significati: da simbolo dell’immortalità, associato alla divinità, a strumento di igiene, cura del corpo e seduzione. Nell'Europa del primo Medioevo, sottoposta all'urto delle invasioni barbariche, sono rare le testimonianze di utilizzo di sostanze odorifere al di fuori della sfera sacra. Sopravvive tuttavia la concezione protettiva e terapeutica del profumo, come testimoniato in mostra dalla preziosa bulla con ametiste incastonate proveniente dal tesoro goto di Desana. L'uso di profumi a contatto con il corpo con funzione di protezione nei confronti di malattie è attestato più tardi nei pommes de musc citati negli inventari dei castelli medievali, come il raro esempio quattrocentesco in argento dorato in prestito dal Museo di Sant'Agostino di Genova, che conserva ancora la noce moscata al suo interno.

La civiltà islamica, che eredita e preserva il sapere del mondo antico, sviluppa e innova la cultura del profumo greca e romana, persiana e bizantina, introducendo importanti conquiste tecnologiche, come il perfezionamento dell'arte della distillazione compiuto da Avicenna. In mostra alcune fiasche da profumo di arte ottomana, in ottone geminato, in legno di rosa e in maiolica e vetro. L'età rinascimentale vede la laicizzazione dei significati del profumo, il cui uso si fa più esteso nelle classi sociali più elevate. Gli antichi trattati circolano grazie alle edizioni a stampa, fioriscono nuovi ricettari che propongono la fabbricazione individuale dei profumi. Si sviluppa la profumeria alcolica. Si diffonde in tutta Europa la moda invalsa nelle corti italiane di profumare oltre al corpo anche gli accessori in pelle e d'indossare contenitori per profumi ricercati, come il flacone in agata con montatura in oro, rubini e smalto, proveniente dal Museo degli Argenti di Palazzo Pitti, forse un dono di Caterina de Medici, a cui si deve l'esportazione della moda italiana dei profumi in Francia. Dal Seicento la supremazia nel campo della produzione dei profumi spetta alla Francia. Nascono nuove fragranze su note floreali conservate in flaconi in vetro o porcellana, diffuse con pot-pourri e bruciaprofumi. Infine, una panoramica sul Novecento grazie ai prestiti provenienti da collezioni private, con flaconi eccezionali come quelli creati da René Lalique per Franois Coty, di Baccarat per Guerlain, Arpège di Jeanne Lavin, Shocking di Elsa Schiaparelli, Diorissimo di Christian Dior. 

  • Redazione ANSA
  • ROMA
  • 15 febbraio 2018
  • 19:55

Condividi la notizia

Vai al Canale: ANSA2030
Modifica consenso Cookie