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Dolce & Gabbana mettono il velo e lanciano in collezione per islamici

Dolce & Gabbana mettono il velo e lanciano in collezione per islamici

Abaya e hijabs con pizzi e limoni, i due stilisti nel trend della Modest Fashion con linea halal

12 gennaio 2016, 11:57

Redazione ANSA

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Dolce & Gabbana, prima collezione halal per clientela islamica - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dolce & Gabbana, prima collezione halal per clientela islamica - RIPRODUZIONE RISERVATA
Dolce & Gabbana, prima collezione halal per clientela islamica - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nel pieno trend della Modest Fashion per islamici, un mercato in grande crescita, arriva la prima collezione halal di Dolce e Gabbana.

Gli abiti, da abbinare con occhiali, gioielli, accessori e persino cosmetici (kajal, mascara e primer D&G) della maison, sono pensati per la clientela musulmana e presentati su Style.com/Arabia con il titolo di Dolce & Gabbana Abaya Line, dal nome del lungo camice di tessuto leggero che tradizionalmente copre tutto il corpo eccetto la testa, i piedi e le mani. Nella collezione, che 'adatta' lo stile dei due stilisti, non mancano veli hijabs in tessuti iper leggeri e toni scuri per coprire il capo. Tutto è nero o beige con flash colorati e pizzo, applicazioni di fiori e inserti arabescati, stoffe ravvivate da margherite, limoni e pois.

Del resto, al Turin Modest Fashion Roundtable di qualche mese fa il report “State of the Global Islamic Economy 2014-2015” di Thomson Reuters e Dinar Standard riportava dati in grande espansione stimando che nel 2019 i musulmani spenderanno 484 miliardi di dollari in prodotti di moda, abbigliamento e calzature, a fronte dei circa 300 miliardi di dollari del 2014.

A sottolinare come sia il womenswear ad assorbire a maggior parte dei ricavi generati dall'industria della moda nei paesi che aderiscono alla Organisation of Islamic Coperation (OIC) è invece lo studio “Doing Business in Halal Market” di Euromonitor International, segnalato da Moda 24 del Sole 24 ore. Nel 2013 l’abbigliamento donna ha generato un terzo dei ricavi di settore (il 34%), seguito dal menswear (27%), dalle calzature (21%), dall'abbigliamento junior (12%) e dagli accessori (3%).

 

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