La "fata buona" del mondo dell'arte ha quasi finito i soldi: Agnes Gund, presidente emerita del MoMA e benefattrice di musei e cause umanitarie, ha dato fondo al vasto patrimonio che per decenni le ha consentito di accumulare nel suo appartamento di Park Avenue le opere dei maggiori artisti moderni e contemporanei. Un anno fa la Gund ha venduto un Roy Lichtenstein per promuovere con il ricavato la riforma della giustizia penale nell'era di Donald Trump. Ed ecco spiegato, in un lungo profilo dedicato a "Aggie" dal New York Times, il perche' della decisione: "Oltre ad essere la regina della filantropia, la Gund e' a corto di cash".
L'anno scorso la vendita del Lichtenstein al collezionista provato Stephen Cohen aveva fatto rumore. Prima di allora la miliardaria di Park Avenue si era impegnata a donare le opere delle sue collezioni a musei americani grandi e piccoli. Aveva anche fatto sensazione la motivazione che la Gund aveva data al gesto filantropico: i nipotini, figli delle sue figlie, sono afro-americani e la miliardaria dell'arte temeva per gli stereotipi che i ragazzini rischiavano di incontrare in una America sempre piu' polarizzata sul fronte della razza. Grande arte in cambio di tribunali e polizia che non discriminino per il colore della pelle: "Masterpiece", creato nel 1962 dal maestro della pop art, era passato di mano per 165 milioni di dollari, all'epoca uno dei 15 dipinti piu' costosi della storia. Cento milioni avevano dato vita all'Art for Justice Fund, la nuova organizzazione creata con la Ford Foundation per por fine al carcere facile per le minoranze.
La Gund ha 80 anni. Il suo mandato da presidente del MoMA e' considerato l'epoca d'oro del museo americano. Ma in anni di filantropia per le molte cause che le stanno a cuore - ricerca sull'Aids, diritto all'aborto, organizzazioni per le arti - e con i dipinti di sicuro valore nella casa di Park Avenue come i Jasper Johns, Robert Rauschenberg e Ellsworth Kelly gia' promessi a musei il conto in banca della Gund, secondo il New York Times, e' ormai vicino all'esaurimento. Intitolando il profilo, il New York Times si chiede se "Aggie" non sia "l'ultima persona ricca e buona rimasta in America" e paragona il suo ruolo discreto di benefattrice dietro le quinte (alla David Rockefeller) a quello di altri controversi donatori del mondo delle arti: dai Sackler proprietari della societa' farmaceutica che produce OxyContin, al centro della crisi degli oppioidi e il cui nome appare sulle liste dei donatori di musei e università, a David Koch, con il fratello Charles finanziatore di tutte le cause anti-climate change e che ha pagato per il nuovo look della spianata davanti al Metropolitan Museum.
In bolletta Agnes Gund la mecenate buona dell'arte Usa
Ex presidente MoMA ha dato fondo al patrimonio per filantropia
- di Alessandra Baldini
- NEW YORK
- 07 novembre 2018
- 16:38