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Nel laboratorio segreto dove si crea l'alta gioielleria Bulgari

Nel laboratorio segreto dove si crea l'alta gioielleria Bulgari

Anonimo e blindato a Civitavecchia, a fine giornata si recupera la polvere d'oro in terra

18 settembre 2018, 20:34

Patrizia Vacalebri

ANSACheck

Tutto parte dalle pietre nell 'alta gioielleria Bulgari - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tutto parte dalle pietre nell 'alta gioielleria Bulgari - RIPRODUZIONE RISERVATA
Tutto parte dalle pietre nell 'alta gioielleria Bulgari - RIPRODUZIONE RISERVATA

   Gli occhi sono come ipnotizzati dai mille bagliori delle pietre preziose più belle e rare del mondo incastonate in vere e proprie opere d'arte orafa, nelle forme di collier, bracciali e pendenti. Siamo nel meraviglioso mondo dell'alta gioielleria di Bulgari, che per la prima volta nella sua lunga storia - il marchio venne fondato a Roma, in via Sistina, dall'argentiere greco Sotirio Bulgari nel lontano 1884 - apre le porte dei suoi laboratori segreti di alta gioielleria, sulla via Aurelia. Un evento reso possibile grazie alle Journees Particulieres del gruppo LVMH, quarta edizione dell'iniziativa ideata da Antoine Arnault, che permette al pubblico di visitare gli atelier e i siti di tutte maison appartenenti al gruppo del lusso più importante del mondo. Il 18 settembre anche Fendi a Roma.

Mimetizzato in uno dei tanti parcheggi sulla strada che porta a Civitavecchia, il laboratorio, dove vengono realizzati solo pezzi irripetibili e tutti i prototipi delle linee di fine jewelery, non è segnalato da alcuna insegna. Un anonimo portone in cemento armato e un videocitofono introducono al suo interno, dopo essere stati attentamente osservati dal personale. Si accede ad una lobby che consente a piccoli gruppi di persone di varcare le doppie porte di sicurezza, blindate, dotate di metal detector e telecamere. Si raccomanda: niente foto ai volti dei 60 orafi-artigiani seduti dietro le macchine. Una privacy dovuta a questioni di sicurezza per uomini e donne che portano occhiali, mascherine, camici candidi, cuffie alle orecchie con la musica che consente loro di lavorare in relax. Maneggiano gemme e prototipi di piccoli segmenti d'oro, ricavati da calchi di resina e cera, da assemblare in quelle che alla fine di quattro, cinque mesi di lavoro di ogni singolo orafo, diventeranno collane da mille e una notte, bracciali da sogno, anelli da catalogo. Preziosi ornamenti che farebbero la felicità di ogni donna, ma che sono destinati a quelle poche ricchissime clienti "soprattutto cinesi negli ultimi tempi", rivelano dallo staff di Bulgari, che possono permettersi di spendere centinaia di migliaia di euro in gioielli da collezione. Nessuno aveva mai messo piede nel posto dove tutti coloro che entrano od escono devono camminare obbligatoriamente su una sorta di tombino metallico che aspira la polvere d'oro rimasta attaccata alla suola delle scarpe: "a fine giornata recuperiamo almeno duecento grammi di oro" rivela la nostra guida. Nel percorso si alternano stanze con macchine che fondono, lucidano, grandi sale con gli orafi all'opera con occhiali, pinze e pazienza. Si va via con la sensazione di aver visto un'officina del lusso.

    Nell'ufficio stile di Bulgari con affaccio sul Lungotevere, dove Lucia Silvestri direttore creativo della maison e il suo team disegnano "i gioielli più belli del mondo" come ha detto una maestra orafa all'opera nel laboratorio, si respira un'aria diversa. Le più belle pietre del mondo acquistate da sei buyer capeggiati dalla Silvestri sono la fonte d'ispirazione del team creativo. "Si parte dalle pietre che devono essere brillanti, piatte per non dare fastidio una volta montate. Devono comunicare energia". Bulgari è stato il primo a lavorare le pietre colorate, le tormaline, ma sul tavolo ci sono rubini da 22 carati, zaffiri da 40 carati, brillanti taglio indiano, smeraldi nelle cui profondità l'occhio si perde. I risultati di tanta meraviglia si vedranno nelle vetrine di Bulgari a via Condotti 10, un indirizzo magico che ora ha la sua Domus, ovvero una piano-museo dove si alternano le collezioni Heritage, e che ha da poco raddoppiato con il Curiosity Shop.

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