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Cinesi in Italia, sogno è sposarsi a Venezia

Cinesi in Italia, sogno è sposarsi a Venezia

Il decalogo di Welcome Chinese, tutte le gaffes da non fare mai

VENEZIA, 21 gennaio 2018, 21:01

di Rosanna Codino

ANSACheck

Matrimonio cinese a Piazza san Marco a Venezia. foto mammuth iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Matrimonio cinese a Piazza san Marco a Venezia. foto mammuth iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
Matrimonio cinese a Piazza san Marco a Venezia. foto mammuth iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Mai presentarsi vestiti di bianco, il colore dei funerali, e neppure offrire una bottiglia d'acqua fresca o una camera d'albergo con il numero 4. Sono le gaffe che gli operatori turistici italiani devono assolutamente evitare nell'accogliere i visitatori cinesi. Turisti affascinati dall'Italia e soprattutto da Venezia, dove sognano di convolare a nozze. Gusti e prescrizioni fanno parte del decalogo Welcome Chinese, 'il bollino' di qualità presentato in occasione dell'apertura dell'Anno del turismo Europa-Cina, che attesta le strutture di accoglienza che posseggono i requisiti per conquistare la corteggiatissima platea di viaggiatori asiatici. Una massa di visitatori che spinge sempre più, portafoglio gonfio alla mano, per visitare l'Europa e l'Italia. "L'Enit ha previsto che nel 2020 saranno oltre 100 milioni i cinesi con reddito medio annuo superiore a 30 mila dollari - spiega Claudio Scarpa, direttore dell'Associazione Veneziana Albergatori - e quindi in grado di viaggiare e spendere durante il soggiorno".
    L'importante è che ci si attrezzi per accoglierli, si impari la loro lingua e si evitino topiche clamorose. Scarpa racconta il caso di un portiere d'albergo che, tutto fiero, imparò una frasetta in dialetto mandarino per salutare gli ospiti. Per tutta risposta una delle turiste si voltò stupita verso la guida chiedendo: "ma perchè mi ha chiesto qualcosa sul colore delle scarpe di mia madre?".

Le 'istruzioni per l'uso' suggeriscono, ad esempio, di dosare le lodi con prudenza ed evitare la richiesta di mancia, perchè ineducata. Ma è sul colore bianco e sul numero 4 che i diktat sono tassativi. Niente abiti candidi nelle cerimonie ufficiali perchè rimandano alle funzioni funerarie, via il giallo perchè è segno di viltà, ma soprattutto bando al 4, numero della iella. Se si vuole far felice un turista cinese bisogna, invece, accomodarlo in una fila o in una camera che abbia il numero 8, considerato talmente fortunato che quando in Cina si costruisce un grattacielo lo si inserisce in ogni piano. Per conquistare la fiducia dell'ospite è necessario mettere a disposizione in camera un bollitore per l'acqua calda, tazze che non siano di vetro e togliere dal frigobar qualsiasi bibita ghiacciata. Se poi si trova il modo di creare in hotel un angolo fumatori, il turista cinese ringrazierà sentitamente. Anche sul metodo di pagamento, racconta Camillo Bozzolo, direttore commerciale aviation di Save, la società di gestione dell'aeroporto di Venezia, che un mese fa ha ottenuto il bollino Welcome Chinese, il turista di Pechino e dintorni ha le sue regole. "Non ama pagare con le comuni carte di credito - sottolinea - ma con il sistema WeChat Wallet, grazie ad una app che ormai quasi tutti hanno sul telefonino".
    Sulla scia di Marco Polo, il viaggiatore che sopravvive nella memoria storica cinese almeno quanto in quella veneziana, si attendono molti matrimoni con gli occhi a mandorla in laguna nei prossimi anni, con giro in gondola d'ordinanza compreso.
    L'importante, anche in questo caso, è rispettare i costumi d'origine: niente riso gettato agli sposi ma manciate di petali di rosa colorati.
   

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