Cumino, cardamomo, curcuma sono tra gli ingredienti originali del cocktail kosher, la mixology secondo le regole (rigide e diverse tra paesi) della religione ebraica. Da Gerusalemme e Tel Aviv, i nuovi sapori, che affondano le radici culturali nelle rotte mediorientali delle spezie su cui si misurava la ricchezza e la potenza, arrivano anche da noi.
Bar Shira e Gilad Livnat sono i giovani bartender dell’Imperial Group. Il loro primo locale, l’Imperial Cocktail Bar, è al 17esimo posto nella classifica 50 Best Bar in the World e al primo posto per il Medio Oriente. Due anni fa hanno aperto il loro primo locale kosher (“Imperial Red”) presso l'hotel Cramim vicino a Gerusalemme e recentemente ne hanno inaugurato uno nuovo a Tel Aviv (“Bushwick”).
Sono ospiti di Gusto Kosher 2018 (22-25 novembre a Roma), l’evento annuale che a oggi è il principale e più longevo evento enogastronomico e culturale ebraico a Roma e in Italia e che in questa edizione oltre ai luoghi dell'antico quartiere ebraico anche Eataly e lo IED Roma diretto da Nerina Di Nunzio . Il tema dei grani antichi e delle spezie è al centro del racconto di quest'anno. Le spezie sono responsabili di grandi trasformazioni nella società: rotte mercantili che hanno aperto le porte di nuovi mondi, un contributo eccezionale alla conoscenza di popoli e territori. Il tema dell’edizione 2018 permette di ripercorrere la storia dello Stato ebraico attraverso il cibo: Israele era parte della regione storica del Medio Oriente nota come Mezzaluna Fertile, dove fin dal Neolitico si svilupparono le prime civiltà agricole e le prime grandi nazioni dell'antichità, così come nel deserto del Negev sono diverse le tappe che le carovane percorrevano lungo la Via delle Spezie, tra il XV e il XVI secolo. Le spezie, ingrediente principe di ogni cibo mediorientale, sono oggi anche un sapore originale per i cocktail così di tendenza. Ma questo trend si incrocia con le regole della kasherut.
Dice all'ANSA Giovanni Terracina, fondatore e amministratore di Le Bon Ton con Dario Bascetta Greco , producer di Gusto Kosher: "Tutto ciò che viene ingerito o bevuto deve sottostare alle regole alimentari ebraiche per essere considerato kosher, cioè idoneo. Una particolare attenzione viene rivolta al vino, usato per santificare lo Shabbat e le Festività ebraiche, e ai suoi prodotti successivi, come distillati e alcol. L’iter per la loro produzione deve sottostare a un particolarissimo rigore. Per questo anche nei cocktail, spesso a base di distillati di uva, bisogna fare particolare attenzione. Un cocktail è formato da tante piccole parti di bevande e ogni singolo elemento che lo compone deve essere kosher - liquori, sciroppi, infusi - anche quando sono presenti in percentuali minime e con dosaggi quasi farmaceutici.”
Nel cocktail Spice Market di Bar Shira e Gilad Livnat ad esempio, sono casherut anche gin, triple sec, amaro di angostura, cioccolato, succo di limone, sciroppo di mandorle, cardamomo verde, falernum, bianco d’uovo e una spolverata di noce moscata.