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Giardini e orti, inno alla biodiversità

Giardini e orti, inno alla biodiversità

Nel Parco della Reggia tre giorni Nel segno del Giglio

ROMA, 17 aprile 2018, 18:59

di Luciano Fioramonti

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 Superare i confini tra giardini e orti seguendo due parole d' ordine: biologico e biodiversità. I nuovi scenari delle coltivazioni domestiche puntano alla creazione e alla conduzione di orti biologici e a giardini messi a punto con le tipicità del territorio. Bando alle mode e agli esotismi, ora il lavoro si imposta seriamente guardando al passato e recuperando specie che rischiano di scomparire: come fanno, ad esempio, nel parmense da anni gli Agricoltori Custodi che, da moderni rabdomanti, vanno alla ricerca di vecchie varietà di alberi da frutto e di "relitti" di antichi giardini, per non perdere per sempre la ricchezza di specie e varietà minacciate dalla massificazione. Per tre giorni - dal 20 al 22 aprile - uno dei banchi di prova del settore richiamerà esperti e appassionati nel Parco della Reggia di Colorno, poco lontano da Parma, per "Nel segno del Giglio", la mostra-mercato del giardinaggio di qualità che con l' edizione di quest' anno festeggia il quarto di secolo. Una full immersion tra piante e fiori, dunque, con l' occhio puntato anche alla biodiversità che si esprime anche con la proposta di una scelta ampia e originale di esemplari rari di animali da giardino e cortile.
    L' appuntamento a Colorno, tra i principali appuntamenti nazionali, sarà anche il modo per sottolineare che la Reggia e il Parco, due gioielli veri e propri colpiti prima dal terremoto e pochi mesi fa da una alluvione, mantengono intatti bellezza e fascino. Elisa Campari e Isabella Gemignani, le curatrici, hanno raccolto l' adesione di 160 espositori con i grandi nomi del settore ma anche, per una scelta precisa, con un nucleo importante di giovani vivaisti che qui si misurano con proposte nuove e originali. "Nel segno del Giglio 25" punta sulla qualità, facendo giudicare le proposte degli espositori da una Giuria di esperti che assegnerà anche il Premio intitolato a Ippolito Pizzetti, il paesaggista "poeta, artista e giardiniere" morto nel 2007, nume tutelare della manifestazione. Rose, clematidi, peonie saranno, per motivi stagionali, le regine della manifestazione, proposte dai maggiori produttori italiani del settore. Ma a far da nuove protagoniste della scena saranno anche le graminacee, sempre più al centro dell'attenzione di chi progetta un giardino o vuole costruirselo con le proprie mani.
    Poi le orchidee spontanee, censite e fotografate nell'Appennino parmense. "La pianura padana -fa notare Elisa Campari - non è solo nebbia ma anche immense coltivazioni di lavanda". Sarà possibile confrontarsi con gli esperti per avere indicazioni, suggerimenti e idee. Ci saranno laboratori per far divertire i più piccoli, consentendo ai genitori di godersi la visita.
    Ovviamente si potrà visitare la magnifica Reggia e Colorno, e seguire gli Itinerari verdi che conducono ad alcuni degli ambienti naturali più interessanti del territorio che ha nel Po il suo fulcro.
    Il Parco della Reggia di Colorno ha una storia antichissima.
    A nessuno, dopo il recupero minuzioso realizzato sulla base dei disegni e dei documenti originali, verrebbe in mente che fino agli anni settanta vi si coltivavano patate e c'era un campo di calcio. Qui era ospitato uno dei più grandi manicomi d'Italia e il parco serviva per le attività degli ospiti. La rinascita, grazie alla Provincia di Parma, ha riportato in vita il giardino arabescato, così com'era, secondo i dettami barocchi del grande architetto francese del paesaggio Andrè Le Notre. A volerlo era stato Francesco Farnese (1694-1727) intenzionato a trasformare il precedente giardino all'italiana, in ossequio ai nuovi gusti d'oltralpe con giardinieri chiamati da Parigi che lavorarono ispirandosi a Versailles. Al tempo di Maria Luigia d'Austria, moglie di Napoleone e sovrana di Parma, il giardino venne trasformato in parco all'inglese, secondo i dettami del gusto romantico. La Reggia, tra l' altro, svuotata dopo l' Unità d' Italia del mobilio trasferito al Quirinale, sta tornando agli splendori di un tempo: oltre al restauro è stata in gran parte riarredata con pezzi d'epoca acquistati alle aste o ottenuti dai fondi di musei.
   

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