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Beauty & Fitness

L'intelligenza artificiale applicata alla bellezza, i robot saranno i nostri assistenti beauty

Trend mondiale, arrivano prime creme che combinano AI alla personalizzazione

intelligenza artificiale in cosmesi Artificial intelligence in cosmetic fields Photo in CosmeticDesign.com © ANSA
  • di Agnese Ferrara
  • 11 marzo 2018
  • 19:56

Annunciata dal 2016 nel primo contest beauty Al (dove Al sta per Artificial intelligence) di Baltimora, dove un panel di robot giudicò i volti di centinaia di volontari usando il primo algoritmo in grado di valutare le differenze fra invecchiamento cronologico ed età percepita, siamo ora al dunque e dalle sperimentazioni si passa ai primi frutti. L’intelligenza artificiale fa un evidente passo avanti nel campo dell’estetica e, seppure si ipotizza che ci vorrà ancora qualche anno (un paio di decenni) prima che i robot diventino i nostri assistenti beauty più fidati (li troveremo nelle profumerie e nelle Spa ma li avremo anche in casa pronti a dirci cosa spalmare sul viso, come e perfino a sfornare cosmetici fatti al momento grazie alle stampanti 3D), il trend si sta concretizzando adesso e a breve saranno i robot i veri influencer nel campo della bellezza.
Il fenomeno stravolgerà il campo della cosmesi o, più probabilmente, gli darà una bella stura attesa da tempo che rinverdirà il settore e le speranze di chi non ha proprio voglia di mostrarsi invecchiato. Se il robot AlphaGo sa giocare e battere i campioni di Go, gioco da tavolo molto diffuso in Cina, e i computer hanno battuto a scacchi i migliori campioni del mondo, ora si va verso ricadute più vaste e alla portata di tutti. Il database della californiana Proven, che produce sieri a misura di singole esigenze, è la prova del cambiamento in chiave beauty-tecnologica.
“Il nostro modello di produzione si basa su un database che contiene una rassegna sulle abitudini in tema ‘skin-care’ di oltre 8 milioni di consumatori, 100.000 prodotti, 20.000 ingredienti di bellezza e oltre 4.000 articoli scientifici pubblicati su riviste indicizzate, - spiega Ming S. Zhao, laureata alla Harvard Business School che, dopo aver vissuto in Austria, Cina e India ha messo radici a San Francisco fondando lo scorso anno la prima linea skincare che combina l’intelligenza artificiale a formule altamente personalizzate. Zhao non è la sola: a San Diego la company Curology produce rimedi per la pelle acneica e, siccome i brufoli non sono affatto tutti uguali, i prodotti sono formulati per singolo cliente e recapitati direttamente sulla soglia di casa. Fondata dal giovane dermatologo David Lortscher, specializzato alla Washington University di St. Louis, la società sfrutta precisi algoritmi in grado di analizzare fotografie e chat intraprese con i potenziali clienti online e dunque dare indicazioni su cosa formulare al momento.
Segnala il fenomeno in crescita Beautystreams, company che monitora i trend beauty di tutti i mercati internazionali grazie a 200 esperti trend-setter sparsi in tutti i paesi del mondo. Spiega Michele Superchi, marketing manager di Beautystrems: “E’ il momento della messa in pratica dell’intelligenza artificiale che è in grado di leggere le caratteristiche individuali della pelle, offrire informazioni sull’efficacia dei prodotti, fermare i segni dell’invecchiamento. Il sistema sfrutta complessi algoritmi con cui robot potranno sfornare indicazioni e formule migliori, che tengono in considerazione non solo quel tipo di pelle ma anche le condizioni climatiche e la temperatura del momento o dei giorni successivi, così da tarare la meglio le cure per la pelle. Per le industrie che operano nel campo della bellezza la tecnologia robotica sarà anche in grado di considerare la disponibilità delle materie prime, le preferenze e il budget, così da incrementare l’efficienza produttiva e le strategie”.

I robot diventeranno anche i nostri futuri ‘style influencer’ nel campo della moda e del beauty, come si è visto alla mostra Manus x Machina del Metropolitan Museum of Art di New York, segnalano gli analisti Beautystreams. Nel prestigioso museo è stato esposto uno spettacolare abito da sposa, ricoperto di strass dorati e metallici, manipolato digitalmente e stampato in 3 D partendo da uno schizzo di Karl Lagerfeld per Chanel del 2014, mentre nel dipartimento beauty della company Dior, si legge sempre nello studio, si stanno valutando i risultati dell’intelligenza artificiale applicata a Facebook e ad un software interattivo di chatbot.

I robot sono in grado di leggere perfino le nostre emozioni dai movimenti del nostro corpo e dalle espressioni del viso. La tecnologia è infatti già stata sperimentata per interpretare i movimenti della bocca, delle sopracciglia, degli occhi e delle labbra, oltre che il nostro atteggiamento posturale. Perciò in un prossimo futuro saremo osservati da capo a piedi quando solcheremo l’ingresso dei centri di bellezza. In pochi istanti il computer e le commesse sapranno di che umore siamo e ci accoglieranno in modo mirato, certamente per farci sentire meglio ma anche per farci spendere di più.

 

  • di Agnese Ferrara
  • 11 marzo 2018
  • 19:56

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