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The other side of the ink, la carica delle tatuatrici

The other side of the ink, la carica delle tatuatrici

A Roma l'evento con 150 nomi da tutto il mondo

ROMA, 23 febbraio 2018, 15:51

di Patrizia Vacalebri

ANSACheck

Vanitas e Memento mori di STEFANIA GALA - RIPRODUZIONE RISERVATA

Vanitas e Memento mori di STEFANIA GALA - RIPRODUZIONE RISERVATA
Vanitas e Memento mori di STEFANIA GALA - RIPRODUZIONE RISERVATA

La carica delle tatuatrici: il settore dei tattoo da quelche tempo è sempre più conquistato dalle donne per la grazia e la sensibilità del tocco, l'abilità nell'unire colori sgargianti e tratti sottili, nell'eliminare contorni e usare nuovi stili come i tatuaggi watercolor (o acquarello), o tatuaggi di fantasia che raffigurano personaggi di manga e cartoni animati. Al punto che una manifestazione, in programma il 24 e 25 febbraio, è tutta dedicata a loro:  The other side of the ink, parafrasando uno dei più celebri album dei Pink Floyd, evento che riunisce a Roma per due giorni oltre 150 tatuatrici da tutto il mondo.

Ecco 6 nomi di eccellenza.

    La prima Marta Make Salerno: cresciuta con gli insegnamenti di suo padre sulla liuteria e la scultura in legno, per Marta niente aveva più importanza nella vita del "creare" qualcosa con le proprie mani. Marta non ha mai fatto lavori che non le permettessero d'esprimere se stessa, che fossero sculture in legno, graffiti, dipinti, installazioni o tatuaggi. Marta spiega così il suo talento: "E' determinazione, anni di studio e duro lavoro".

   Irene Gipsy è l'astro nascente del black'n' gray romano. "Per passione ho sempre disegnato ritratti - rivela - ed è stato naturale per me indirizzarmi verso un tipo di tatuaggio realistico. Ho iniziato la solita trafila in piccoli studi della mia zona fino a quando sono stata notata da Fabio Onorini che è diventato il mio mentore in questo mondo meraviglioso di aghi ed inchiostro. Sotto la sua guida sono arrivata a lavorare, a 23 anni, al Korpus Domini di Roma cosa che mi spinge a dare sempre tutta me stessa in questa professione".

   Jackie Jex è un'artista che approda al tatuaggio a 20 anni dopo aver frequentato l'Istituto d'Arte della sua città, Alghero, dove ha iniziato la sua carriera e dove per due anni ha fatto parte dello studio "Mala Suerte" imparando le basi della sua arte. Prosegue la sua crescita professionale come tatuatrice principale dello studio "Tattoo Taboo" a Sassari e allo stesso tempo continua ad apprendere nello studio "Alessio's family" del suo maestro Alessio Manconi a Porto Torres. Nel 2016 inizia a collaborare con tre diversi studi nel cuore di Londra, "Alice in Tattooland", "Streight Lines Tattoo" e "London Classic Tattoo Parlour". Dopo un anno d'intenso lavoro torna a casa per mettersi in proprio e accetta varie collaborazioni tra cui il "Glory Bound Ink" di Olbia e di Bologna. Nella carriera di Jackie, ci sono dei grandi traguardi come la vittoria del "Primo Posto Best Color" alla Convention nel 2014 in Costa Smeralda e la vittoria del "Primo Posto Best Illustrativo" alla Convention nel 2015 a Cagliari. Lo stile che Jackie predilige è il Neo Traditional, ispirandosi ad artisti come Sam Clark, Fulvio Vaccarone, Joao Pinto e Matt Webb.

   Yuliya Volpe è nata nella penisola di Kola in Russia e ha frequentato una tra le più prestigiose scuole di pittura a Kiev in Ucraina. Inizia la sua carriera professionale come pittrice, per poi approdare ai tatuaggi. Nel 2013 ha aperto il Tattoo Studio Yorick. La vita, seppure con tanti sacrifici e soprattutto dedizione, l'ha favorita dandole la possibilità di esprimere attraverso i suoi tatuaggi la creatività che anima e agita tutto il suo mondo.

   Elva Stefanie racconta: Ho iniziato a tatuare sette anni fa. Mi ero innamorata dell'arte e il tatuaggio mi ha fatto innamorare di nuovo. Sono un artista autodidatta ed è stato difficile poter iniziare. Quindi, invece accettare porte chiuse in faccia, ho viaggiato per circa sette anni per imparare, crescere, evolvere la mia arte. Gestisco il mio studio di tatuaggi privato, cioè una piccola famiglia e un collettivo di artisti. Ho intenzione di continuare i miei viaggi in giro per il mondo, sperando di avere più posti per gli ospiti europei anche per il prossimo anno. Voglio continuare a perfezionare la mia arte e le mie capacità, in modo da poter insegnare in seminari e lezioni ad altri artisti che desiderano specializzarsi nella linea sottile e nei piccoli dettagli.

  Irene Vannucci, classe 1981 nata e cresciuta nel borgo medievale di Pistoia. Fin da piccola ha avuto una propensione per le arti pittoriche. "Dopo l'istituto d'Arte ho frequentato una scuola di moda privata - racconta - cosa che mi ha portato a collaborare con diverse aziende come stilista e modellista gestendo anche la filiera per intere collezioni, ma senza trovare sufficiente appagamento lavorativo. Evidentemente non era quella la mia strada, infatti negli anni mi sono avvicinata al mondo del tatuaggio fino ad aprire il mio studio proprio a Pistoia. Mi sono sempre impegnata nel cercare una crescita costante e tutti i miei sforzi mi hanno portata a conoscere, nel 2013, Silvano Fiato. Immaginate la mia soddisfazione quando, nel 2015, proprio lui mi ha invitato a far parte del suo staff. Il mio stile prediletto, inutile dirlo, è l'iperrealismo fotografico".

   In programma la mostra "Vanitas e il Memento mori" presentata dalla tatuatrice e artista Stefania Gala con la rappresentazione di archetipi femminili che attraversano con il loro carisma e a volte con fragilità, il mutare dei tempi. Sono donne sempre attuali, che si scontrano con una realtà mutevole e ne vengono influenzate, che esaltano a volte i propri difetti come fossero nuove virtù contemporanee.

   Vanitas. Yoga on My Skin è un progetto espositivo nato dalla collaborazione tra le curatrici Rossana Calbi e Giulia Piccioni e la galleria Parione: l'esperienza dell'insegnante di yoga e psicologa, Giulia Piccioni, si è unita alla sua passione curatoriale e ha abbracciato l'idea espositiva di Rossana Calbi, che, grazie al supporto tecnico dello studio d'arte Candeloro, presenta le quattordici 'sana' disegnate con riferimenti cromatici e semantici che diventano pragmatici in un'esposizione che è un'esperienza fisica e mentale.

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