L'80% delle donne si preoccupa dell'aspetto del viso, ma il 59% non ha fiducia dei medici che si occupano di estetica. Con la primavera, però, aumenta anche l'offerta di cure estetiche ringiovanenti. Orientarsi per scegliere in piena sicurezza il trattamento migliore per le proprie esigenze non è facile nel periodo di massima espansione dell'industria della bellezza, della salute e del benessere. Cosa fare, cosa chiedere? Come non pentirsi? Cosa aspettarsi davvero dalle cure? Le buone pratiche del comparto della medicina estetica, sempre più affollato di sedicenti esperti e filler ringiovanenti per ogni area corporea, sono al centro della campagna informativa 'Beauty-decoded', intrapresa all'inizio di questo anno dal colosso farmaceutico Allergan per sfatare i falsi miti, individuare risultati realistici ottenuti con metodi collaudati. L'iniziativa nasce per incoraggiare i pazienti a sentirsi più confidenti durante il colloquio con gli specialisti, facendo loro alcune domande fondamentali per ottenere risultati sicuri e realistici. Spesso succede, infatti, che le donne chiedono aiuto al medico estetico non per problemi specifici, ma perché si vedono stanche, non più attraenti, tristi, non più giovani e gli uomini invece perché si sentono meno mascolini (così risulta dalle indagini a cura di Allergan). Perché i trattamenti non siano deludenti è necessario indagare prima l'umore e le emozioni vissute, poi scegliere il trattamento più idoneo per sentirsi meglio. "Il consulto approfondito con lo specialista non deve lasciare nulla al caso, - ha precisato questa mattina il chirurgo plastico brasiliano Mauricio De Maio, intervenuto a Roma per la presentazione di un nuovo filler in gel a base di acido ialuronico (VYCROSS di Allergan) indicato per ridisegnare l'ovale del viso, in particolare mento e mandibole. La campagna informativa della multinazionale elenca quattro informazioni di base che chi vuole sottoporsi a dei trattamenti estetici deve indagare: la prima è il 'check-it' cioè la verifica del percorso informativo e dell'esperienza del medico, la seconda è 'see-it', cioè farsi mostrare alcuni esempi dell'esperienza clinica, segue il 'know-it' (conosci) ovvero chiedere quali tipologie di fillers usa normalmente per i suoi pazienti. Infine la domanda 'understand-it' (comprendere) ovvero chiedere quali potrebbero essere i trattamenti più indicati per ottenere l'aspetto desiderato. Su questo fronte le necessità di medici e pazienti possono non coincidere e invece dovrebbero sovrapporsi. "I pazienti spesso chiedono le 'punturine' in alcune aree specifiche ma il medico deve capire cosa c'è dietro le singole richieste, - ha precisato De Maio, - Deve quindi comprendere a quali sentimenti, paure, dubbi e debolezze si abbinano tali domande scegliendo il filler più indicato per dare risultati realistici. La campagna Beauty Decoded serve a questo". Per soddisfare le richieste dei pazienti e rendere più sicuro l'uso dei filler riempitivi e del botulino il dottor De Maio ha ideato una tecnica, MD-Codes (Medical codes) che scandaglia anche le emozioni prima di fornire ai pazienti soluzioni a misura, secondo metodiche collaudate.
In collaborazione con:
ALLERGAN