MILANO - Un grande letto dove le persone possono diventare costruttrici di sogni, anche di quelli degli altri, che forse non sognano più. Con questa installazione che dà il nome alla mostra, 'The dream machine is asleep', l'artista Eva Kot'átková (Praga 1982) porta i visitatori nel suo mondo, dove il corpo umano è una macchina, che per funzionare necessita di revisione, rigenerazione e riposo, e in cui attraverso il sonno e i sogni si creano nuove visioni e mondi paralleli.
Il progetto della giovane artista è in mostra a Milano, al Pirelli Hangar Bicocca, dal 15 febbraio al 22 luglio, con una mostra curata da Roberta Tenconi fatta da installazioni, sculture, collage e momenti di performance. A Milano Eva Kot'átková ha voluto portare un percorso in parte inedito, con sette opere su dieci che sono nuove produzioni e che portano il visitatore in un mondo onirico, quasi surreale, che invita tutti a sognare e a lasciarsi andare all'immaginazione.
"La mostra e l'installazione che le dà il titolo parte da una situazione ipotetica - ha spiegato l'artista -: che cosa succederebbe se la macchina dei sogni smettesse di funzionare?". Il tema del sogno emerge allora nettamente nel lavoro di Eva, "per la prima volta in una sola mostra", in un dialogo costante "tra mondo esteriore e interiore che crea un paesaggio da sogno, che però si mischia con elementi del reale", segmenti di realtà che possono essere il foglio di un giornale, o un oggetto della vita quotidiana. Per accedere alla mostra si passa attraverso l'opera 'Stomach of the world' , dove il mondo è un organismo, uno stomaco che alterna processi di assimilazione, stasi, scontro, produzione di scorie che sono poi le paure e le ansie.
Dentro l'installazione, a forma di stomaco, è proiettato un video in cui i protagonisti sono dei bambini. Nel percorso della mostra sette teste in metallo (Heads, 2018) vengono attivate e completate da performer, mentre i visitatori possono sfogliare pagine di libri alti fino a 2 metri. Sono i 'Diaries' (2018) e raccolgono sculture e collage, pensieri sul mondo contemporaneo e le sue particolarità e disfunzioni. Nell'intera mostra è "importante il concetto di narrazione", ha spiegato l'artista che è cresciuta con un padre filosofo e scrittore ed è influenzata dal mondo di James Joyce. Come dimostra la narrazione orale estemporanea di 'Asking the hair about Scissors' (2018), un anomalo e surreale parrucchiere alla cui postazione i visitatori si possono accomodare, per sentirsi sussurrare all'orecchio racconti composti da Eva Kot'átková a partire da fatti di cronaca.
Infine 'In Theatre of Speaking Objects' (2012) porta sulla scena undici oggetti quotidiani che assumono caratteristiche antropomorfe, facendosi portavoce di traumi nascosti. L'opera è stata presentata alla 18a Biennale di Sydney. Attraverso le opere "si può vedere quanto nella sua mente si muove per produrre tutto questo - ha commentato l'amministratore delegato di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, -. E' affascinante vedere la mente di un artista che si muove".
In collaborazione con:
Pirelli Hangar Bicocca