SANREMO, 9 FEB - Individuare la violenza (diretta o assistita) fisica, sociale e psicologica; imparare a riconoscerne i segnali e a denunciarla. Si può imparare con una serie di incontri formativi e con test finalizzati a conoscere il grado di conoscenza e di percezione del fenomeno. Questo è l'obiettivo di "A Scuola di Rispetto", progetto pilota dell'associazione "Equilibra" - coordinato da Silvia Bassi - che si avvale della collaborazione di docenti "FijilKam"; dell'Ordine degli Psicologi del Lazio e del Patrocinio delle Pari Opportunità della Regione Piemonte.
Il progetto è destinato agli studenti. Tredici, finora, le scuole che hanno aderito tra: Lazio, Piemonte, Calabria, Campania e Toscana; 132 gli studenti sottoposti ai test psicologici; 450 gli alunni che saranno stati coinvolti nei test, a fine progetto. "La parte psicologica - spiega Maria Zuccarelli, responsabile comunicazione, eventi e progetti sociali di Equilibra - è gestita da professionisti del settore allo scopo di riconoscere situazioni di potenziale pericolo, derivanti da stalking, bullismo e cyberbullismo, mobbing familiare e lavorativo; maltrattamenti, violenze sessuali, aggressioni verbali e psicologiche; molestie e discriminazioni". Alle ore di teoria (quattordici, in totale), segue un corso pratico di autodifesa tenuto da un insegnante di Ju-Jitsu, della Federazione Nazionale Judo Lotta Karate Arti Marziali (Fijlkam - Coni). "Mentre si pensava a uno strumento visivo, per introdurre l'argomento nelle scuole - prosegue Zuccarelli - è nata l'idea di un documentario. L'idea si è evoluta in un corto intitolato 'Cristallo', di ampia diffusione e non solo nelle scuole". Dopo questa prima serie di test tra gli studenti, i risultati non si sono fatti attendere. "In particolare è aumentata la conoscenza della violenza domestica e delle conseguenze, anche penali, di chi la commette. È poi cresciuta la capacità di riconoscere i comportamenti violenti, anche laddove si presentino in forme non facilmente riconoscibili, come ad esempio, le critiche, le umiliazioni e il controllo ossessivo dell'altro, anche attraverso lo smartphone o i social network", dice Zuccarelli. Spesso i ragazzi sottovalutano questi atteggiamenti che sono importanti indicatori di comportamenti aggressivi e violenti. In particolare, atteggiamenti di controllo dell'altro vengono spesso ritenuti normali nei rapporti familiari e di coppia. Infine, è aumentata la conoscenza dei servizi sul territorio a cui potersi rivolgere nel caso di bisogno: centri anti-violenza, associazioni, case rifugio per vittime e numeri verdi. "Siamo fiduciosi che il prossimo anno saranno tante le scuole alle quali potremmo estendere il progetto, con l'aiuto di ognuno di voi e della nostra associazione: Equilibra per il benessere sociale", conclude Zuccarelli.
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Equilibra