"Non ho mai paragonato i calabresi
agli 'ndranghetisti. Non amo generalizzare e non l'ho fatto
neppure durante la missione della Commissione parlamentare
Antimafia in Val D'Aosta, il 19 ottobre scorso". Con queste
parole, in una lettera, la presidente della Commissione
parlamentare antimafia Rosy Bindi risponde al sindaco di Aosta,
Fulvio Centoz, secondo il quale le parole della presidente
dell'Antimafia "forse sono state un pò improvvide".
"Ho letto sull'Ansa il Suo commento sulla nostra missione ad
Aosta e ritengo opportuno sgombrare il campo da improvvide
quanto inutili strumentalizzazioni", chiarisce subito Bindi.
"Nella conferenza stampa, al termine dei nostri lavori - osserva
Bindi nella missiva - mi sono limitata a riferire il dato,
acquisito nel corso delle audizioni, sull'alta percentuale di
residenti calabresi nella regione e sulla presenza, documentata
dalle indagini della Dda di Torino, di elementi collegati alle
cosche calabresi dei Nirta di San Luca, dei Facchineri di
Cittanova, degli Asciutto-Neri-Grimaldi di Taurianova, dei
Torcasio di Lamezia Terme, dei Pesce di Rosarno e dei Mommoliti
di Oppido Mamertina. Tutti nomi che dovrebbero richiedere un
comportamento più vigile della politica locale e delle
istituzioni, e la consapevolezza che anche in Val d'Aosta non si
può abbassare la guardia".
"Considero perciò una buona notizia, la disponibilità,
annunciata oggi nel corso del Consiglio comunale, di istituire
una commissione antimafia del Comune di Aosta. Mi auguro -
conclude Bindi - lo faccia anche la Regione ripristinando la
commissione speciale creata a suo tempo, come avevamo chiesto
anche nell'incontro al Senato con tutte le Commissioni antimafia
regionali".
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