''Una società che vuole
guardare avanti ed essere sana è una società che deve avere
memoria di quello che è successo, soprattutto per non ripetere
gli stessi errori. Uno degli errori che c'è stato in questo
Paese delle grandi fratture, dei traumi, è stata la violenza
politica degli anni Settanta''. Così il direttore di Repubblica
Mario Calabresi, a margine della cerimonia con cui il Comune di
Cingoli (Macerata) ha intitolato a suo padre, il commissario
Luigi Calabresi, il nuovo Convitto per gli studenti.
''Tenere viva la memoria di persone che sono morte facendo il
loro lavoro per lo Stato - ha detto Mario Calabresi - è un modo
per segnalarle anche ai giovani, quelli che arriveranno lì
davanti alla targa e si chiederanno 'chi è'. Sapranno che c'era
un commissario di Polizia che ha fatto il suo lavoro e per
questo è stato ammazzato quando c'era il terrorismo''.
Il direttore di Repubblica sa che ''oggi a scuola è difficile
che si studino gli anni Settanta. Anche se io - ha rimarcato -
non sono negativo su questo, perché c'è più lavoro oggi sulla
memoria di quanto ce ne fosse 10 o 15 anni fa. Si fa molto
lavoro sul terrorismo, sulle stragi, si fa molto lavoro sulla
memoria, lo sterminio nazista, la Shoah, c'è la Giornata della
memoria. Tante iniziative che prima non c'erano. E questa è la
strada da percorrere, perché noi dobbiamo guardare avanti''.
E' giusto che ci si preoccupi dei problemi di oggi,
soprattutto del lavoro. ''I ragazzi devono coltivare i sogni, e
i talenti, e dobbiamo aiutarli in questo''. Un concetto che
Calabresi ha sviluppato nel suo incontro con gli studenti
dell'Ipsoa e del Liceo Linguistico, sul ''Futuro tutto da
scrivere''. Allo scoprimento della targa in ricordo di Luigi
Calabresi erano presenti il sindaco di Cingoli Filippo
Saltamartini e il presidente della Provincia di Macerata Antonio
Pettinari. Rinviato invece a data da destinarsi il conferimento
della cittadinanza onoraria di Cingoli al capo della Polizia
prefetto Franco Gabrielli.
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