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Grasso, urlate no a corruzione

Grasso, urlate no a corruzione

Presidente Senato a Pavia dove Falcone tenne ultima lezione

PAVIA, 21 giugno 2017, 17:23

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Si è trasformato in un grido d'allarme e un appello alla legalità l'intervento di Pietro Grasso all'università di Pavia dedicato all'ultima lezione di Giovanni Falcone. Un discorso fatto a braccio nella stessa aula in cui il 13 maggio 1992 il giudice siciliano fece la sua ultima uscita pubblica, dieci giorni prima di essere ammazzato dalla mafia a Capaci. "Bisogna urlare no alla corruzione - ha esortato il presidente del Senato - all'evasione fiscale, no ai favoritismi e ai privilegi, al finanziamento illegale, alla compravendita di appalti, all'appropriazione di finanziamenti pubblici, all'estorsione alle aziende private, allo sfruttamento degli immigrati". Un elenco che dimostra che "nel nostro Paese - ha constatato - assistiamo a una grave crisi di legalità". Ed è per questo che serve una reazione, una rivoluzione culturale che farà bene anche all'economia. Secondo Grasso, infatti,"finché si continueranno a intrecciare i rapporti fra criminalità e istituzioni, burocrazia, politica e imprenditori per appropriarsi di fondi pubblici, per trasferire capitali e attività produttive all'estero guardando solo al proprio vantaggio e trascurando l'interesse pubblico, non vi potrà essere sviluppo, manovra economica o stabilità che tenga".
    Bisogna quindi cambiare la mentalità della gente, "far tornare l'antimafia una lotta di classe" e "ricostruire la democrazia, trasmetterle nuove energie avvicinando i giovani alla politica" fin dalla scuola, puntando sulla partecipazione. Certo la lotta alla mafia dovrebbe essere "una priorità" di tutti i partiti e le leggi per combatterla dovrebbero venire "votate all'unanimità". Ma ci vuole anche qualcosa di più. Non a caso è direttamente agli studenti che si è rivolto raccontando quanto la lotta alla mafia è costata, difendendo il lavoro di Giovanni Falcone, anche quello fatto al ministero di Giustizia (per cui fu molto criticato) che ha permesso di arrivare a regole per la lotta alla mafia e al terrorismo "che ci invidiano in tutto il mondo" e indicandolo come il modello da seguire. "Ragazze e ragazzi - ha detto loro - vi auguro di avere il coraggio di essere diversi e cambiare le cose". "Il dovere delle istituzioni - ha concluso il presidente del Senato - è dare spazio a volti giovani ma tocca a voi impegnarvi per il futuro, essere protagonisti e non spettatori".
   

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