Il suo è un bar ma soprattutto un
luogo di accoglienza al confine tra Italia e Francia: si chiama
bar Hobbit, il locale a Ventimiglia di proprietà di Delia
Buonomo che da anni accoglie i migranti: offre un pasto caldo a
chi non mangia da giorni, la possibilità di ricaricare il
cellulare e di usare il bagno (attrezzato di spazzolini,
dentifricio, sapone, pannolini, assorbenti e fasciatoio) senza
obbligo di consumazione. I bambini hanno un angolo tutto loro,
che Delia ha creato raccogliendo giocattoli usati.
Delia - come racconta oggi Il Redattore Sociale - è diventata
un punto di riferimento per i transitanti ma anche per i
volontari e le organizzazioni solidali che nel suo bar oggi
distribuiscono vestiti e scarpe, danno consigli, studiano
documenti, cercano alloggi temporanei. E tuttavia in questo
locale da tre anni non entra più un cliente. "Questo solo
perché faccio entrare tutti e offro una mano a chi ha bisogno -
spiega Delia, che è stata ribattezzata Mamma Africa -. Sono
stata insultata e boicottata da chi passava di qua e vedeva
qualche ragazzo nero fuori o al bancone. Oggi rischio di
chiudere. Ho problemi di salute e andare avanti è faticoso". Nei
mesi scorsi infatti ci sono stati insulti, aggressioni e atti
vandalici contro il bar e la stessa Delia. L'isolamento e la
perdita della clientela hanno causato una grave situazione
economica al punto che la prorietaria è stata costretta suo
malgrado a mettere tutto in vendita.
L'ultimo tentativo per salvare questo luogo di accoglienza
al confine tra Italia e Francia è una raccolta fondi. Su
GoFundMe, la piattaforma di crowdfunding, è stata lanciata una
campagna per finanziare le attività del bar e non permettere la
scomparsa di "uno dei pochi luoghi di umanità e solidarietà che
resistono a Ventimiglia". "Aiutateci a sostenere Delia -
chiedono gli organizzatori nella loro pagina - e a continuare il
suo progetto di solidarietà attiva: ogni donazione, anche
piccola, ci aiuta a comprare cibo, acqua, bevande e a coprire le
spese del bar". Ventimiglia continua ad essere un luogo simbolo
per migliaia di persone migranti. "Cercano di passare il confine
francese, per raggiungere familiari o conoscenti e riprendere a
vivere dopo la fuga da guerre, torture e violenze per arrivare
in Europa - continuano gli organizzatori -. Non è facile
valicare quel confine, dopo gli accordi di Chambery che
prevedono che gli immigrati irregolari provenienti dall'Italia
vengano fermati in Francia e rimandati oltre confine. C'è chi ha
perso la vita tentando di passare dall'altra parte. Per questo a
Ventimiglia i rifugiati rimangono per tante settimane, senza
accesso ai servizi primari e soggetti spesso all'ostracismo
della popolazione locale. C'è un posto però che resiste, il bar
Hobbit di Delia Buonuomo, l'anima della solidarietà a
Ventimiglia". "Non permettiamo che scompaia uno dei pochi luoghi
di umanità e solidarietà che resistono a Ventimiglia! Aiutaci a
sostenere Delia e a continuare il suo progetto di solidarietà
attiva: ogni donazione, anche piccola, ci aiuta a comprare cibo,
acqua, bevande e a coprire le spese del bar", concludono.
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