Le imprese sequestrate identificate
nel Registro delle Imprese a febbraio 2018 sono 13.625, le
imprese sequestrate e attive sono 7.381. I dati sono stati
diffusi oggi nel corso del convegno 'Ripartiamo. Il recupero e
il rilancio dei beni sequestrati' organizzato dalla Filcams Cgil
e da InfoCamere che li ha elaborati. Le Imprese sequestrate e
attive con un maggiore indice di operatività a febbraio 2018
sono 2.200, il 12.52% in meno rispetto a settembre 2017. Le
società di capitale sono il 70,27%, le società di persone 6,95%,
le imprese individuali il 19,32%, altre forme 3,45%. Campania,
Lazio, Lombardia e Sicilia sono le regioni che detengono il
maggior numero di imprese sequestrate e ad oggi operative.
Sono oltre 19 mila ad oggi (più 3,8% rispetto al 2017) i
dipendenti delle aziende sequestrate e operative. In particolare
nel terziario gli addetti sono 13.862. Le imprese sequestrate
operative sono per la gran parte operanti nel settore del
commercio, pari al 26,41%; il 12% nelle costruzioni; oltre l'11%
nei servizi di alloggio e ristorazione; il 9,82% nelle attività
immobiliari.
"Con le misure di prevenzione viene sequestrato un patrimonio
enorme affidato ai pubblici ufficiali il cui compito deve essere
gestirlo al meglio, ovvero salvare le attività, i posti di
lavoro, rimettere in circuito questi beni. Fino ad oggi siamo
riusciti a mantenere in attività il 90% delle aziende
sequestrate", ha detto Guglielmo Muntoni, presidente delle
Misure di prevenzione del tribunale di Roma. Solo il Tribunale
di Roma gestisce 450 aziende attive tra aziende sequestrate e
confiscate, oltre 2 mila immobili, per un patrimonio complessivo
di 7 miliardi.
"Facciamo un appello al Governo affinché si possa prodigare
sulla strada del nuovo Codice antimafia e di attuarlo
fattivamente. Chiediamo che venga emanato un altro pezzo
importante dal ministero degli Interni per la sistemazione
dell'Agenzia dei beni confiscati. Per questa ragione abbiamo più
volte chiesto celerità e determinazione rispetto a questi temi
ed abbiamo scritto due volte come Cgil, CISL e Uli al Ministro
Minniti ma purtroppo la richiesta è rimasta inevasa". Ha
chiarito il segretario confederale della Cgil, Giuseppe
Massafra. Il responsabile Legalità e Sicurezza della Cgil
nazionale, Luciano Silvestri, ha affermato invece che "andiamo
ancora troppo lentamente nel fare buone pratiche, l'esperienza
che qui abbiamo voluto rappresentare, quella del Tribunale di
Roma, è ancora unica in Italia, seppure passi avanti sono stati
fatti con i Tribunali di Bologna e Palermo per definire un
protocollo. Vogliamo Continuare ad essere il pungolo nel fianco
del sistema, affinché lo spirito de nuovo codice ci permetta di
intervenire realmente il prima possibile". La Segretaria
generale della Filcams, Maria Grazia Gabrielli, ha precisato che
l'impegno della sua categoria "parte da lontano, noi che
rappresentiamo il lavoro negli appalti era fondamentale per noi
confrontarci con questi temi. È fondamentale sviluppare nel
lavoro il tema della legalità
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