''Per far rispettare la legge
ho bisogno anche di voi, aiutateci perché questo paese sia
ancora più bello''. E' quanto ha affermato il procuratore della
Repubblica di Nola (Napoli), Anna Maria Lucchetta, partecipando
alla marcia della legalità organizzata dalla rete scolastica
della legalità, svoltasi oggi ad Acerra (Napoli). Alla
manifestazione, dedicata quest'anno al vescovo emerito della
città, don Antonio Riboldi, morto lo scorso dicembre, hanno
partecipato anche il sindaco Raffaele Lettieri, e l'attuale
vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna. ''Oggi sono nel
vostro territorio per far rispettare la legge - ha detto il
procuratore - ma io ho bisogno anche di voi per farla
rispettare. Ognuno deve fare la propria parte, anche se vogliamo
un ambiente pulito. Quello che chiedo a voi è il rispetto e
l'educazione. Lo ribadisco noi ci siamo, ci sono le Forze
dell'Ordine. Ma anche voi aiutateci perché questo paese sia
ancora più bello''. Il sindaco Lettieri ha sottolineato, invece,
che ''la speranza nel futuro nasce dai ragazzi di questa città,
e dalle persone di buona volontà che ogni giorno fanno il
proprio dovere dalla parte dello Stato, dalla parte delle
Istituzioni. Questa mattina non è stata una semplice passeggiata
- ha aggiunto - ma abbiamo voluto testimoniare che noi non
arretriamo di fronte alla criminalità, noi ci siamo. E oggi lo
abbiamo gridato insieme, affinché chi ha intenzioni
camorristiche stia lontano dalla nostra città''. Un lungo corteo
di studenti, docenti, rappresentanti delle forze dell'ordine e
dell'amministrazione comunale, ha attraversato le principali
arterie cittadine. All'avvio della marcia c'è stato l'omaggio a
don Riboldi e alla lapide dei giudici Giovanni Falcone e Paolo
Borsellino. ''Mi fa piacere che abbiate dedicato questa marcia
ad un testimone di Legalità - ha detto monsignor Di Donna - don
Riboldi è stato il grande testimone, appassionato nell'educare i
giovani alla giustizia. Don Riboldi partì proprio dai ragazzi e
dalle scuole, quanto tutto il territorio campano era afflitto
dal grande morbo della camorra, osò sfidarla. Bisogna tradurre
nell'oggi l'essere alfiere di legalità, questo il compito che
affido ai giovani''.
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