ANSA) - LAMEZIA TERME (CATANZARO), 21 MAR - "Meglio vivere sotto
scorta che vivere la propria vita legata alle catene della
mafia". E' il messaggio lanciato dall'imprenditore Rocco
Mangiardi, testimone di giustizia, agli studenti dell'Istituto
tecnico economico "De Fazio" di Lamezia Terme nel corso della
presentazione del suo libro "Poesie d'amore, di fede e di
ciarpame" (Calabria edizioni). "Penso - ha detto Mangiardi ai
ragazzi che alla fine dell'incontro gli hanno posto alcune
domande - che questa sia l'unica vita che abbiamo e ritengo che
debba essere vissuta al meglio, senza vergogna e non da turisti.
Ed io, insieme a tante altre persone, la nostra vita la stiamo
vivendo". Mangiardi ha poi raccontato la sua esperienza, di come
sia cambiata la sua vita dal 2006, da quando, cioè, ha detto no
al pizzo ed ha denunciato i suoi estorsori, e "con la mia
famiglia stiamo vivendo il periodo più bello della nostra vita".
Quindi ha sollecitato i ragazzi a non arrendersi "perche' -
quando uno denuncia, denuncia per tutti e non salva solo se
stesso, ma può anche salvare la vita dei cattivi. Se io avessi
dato quelle 1200 euro al mese che mi avevano chiesto, avrei
tolto lavoro perché non è vero che la 'ndrangheta dà lavoro.
Inoltre, avrei permesso loro di uccidere una persona ogni due
anni. Avrei anche potuto scegliere di andar via, ma non l'ho
fatto: ho denunciato perché non sono io a dover andar via, ma
devono essere loro ad andar via. Ho deciso: io resto qui. Non
rassegnatevi. Lo Stato non c'é dove non ci sono i cittadini".
"Anche acquistare uno spinello - ha aggiunto - significa aiutare
economicamente la 'ndrangheta: lo spinello va pagato e la somma
viene utilizzata per fare del male alle persone per bene, non va
certamente alla Caritas". Poi, nel ricordare figure come don
Pino Puglisi e don Peppino Diano che "vivevano il Vangelo",
l'imprenditore con un po' di amarezza ha ricordato quel periodo
in cui partì la sua denuncia. "Allora - ha detto - avremmo
dovuto fare una denuncia collettiva. Ci siamo chiusi in una
stanza, ma da quella stanza sono uscito solo io. Se avessimo
denunciato tutti, saremmo stati più forti e certamente non ci
avrebbero ucciso".
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