Rifiutare la gratuità
dei doni di Dio è "il peccato di tutti noi". Lo ha detto il Papa
nell'omelia della messa a Santa Marta.
"La cena, la festa, è figura del cielo, dell'eternità con il
Signore", ha spiegato Francesco, dicendo che ad una festa non si
sa mai chi si incontra, si conoscono persone nuove, si trovano
anche persone che non si vorrebbero vedere, ma il clima della
festa è la gioia e la gratuità. "Il nostro Dio ci invita sempre
così, non ci fa pagare l'entrata. Nelle vere feste, non si paga
l'entrata: paga il padrone, paga quello che invita", ha detto il
pontefice secondo quanto riferisce Vatican News.
Ma c'è chi anche davanti alla gratuità mette al primo posto i
propri interessi. "Davanti a quella gratuità, a quella
universalità della festa, c'è quell'atteggiamento che rinchiude
il cuore: 'Io non ci vado. Preferisco stare da solo, con la
gente che piace a me, chiuso'. E questo è il peccato; il peccato
del popolo di Israele, il peccato di tutti noi. La chiusura".
La reazione del Signore davanti al nostro rifiuto è decisa:
vuole che alla festa vengano chiamati tutti, cattivi e buoni.
"Tutti sono invitati. Tutti, nessuno può dire: 'Io sono cattivo,
non posso'. No. Il Signore perché tu sei cattivo ti aspetta in
un modo speciale".
Alla Messa di questa mattina a Casa Santa Marta era presente,
tra gli altri, anche un sacerdote di 96 anni che oggi festeggia
i suoi 70 anni di sacerdozio.
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