In Italia i tempi sono maturi per
approvare finalmente una legge che regolamenti il lobbying,
attesa da più di 40 anni. Lo ha ribadito oggi Riparte il futuro
in occasione di un convegno tenutosi presso il Centro Studi
Americani durante il quale sono stati presentati i risultati del
report "Next Lobbying".
"L'assenza dei ministri Giulia Bongiorno e Riccardo Fraccaro
ci è parsa francamente inspiegabile e ben lontana dallo spirito
della settimana dell'amministrazione aperta. E, per chi ha
voluto inserire quale ruolo del proprio Dicastero anche "la
democrazia diretta", non certo un bel biglietto da visita
coerente con gli impegni avanzati nel programma di governo", ha
detto Federico Anghelé responsabile Relazioni Istituzionali di
Riparte il futuro secondo il quale "una norma efficace di
regolamentazione del lobbying non dovrebbe concentrarsi solo
sulla trasparenza della rappresentanza di interessi, ma anche e
soprattutto sull'inclusività dei processi decisionali e sulla
disponibilità a renderli aperti e partecipati".
Per Riparte il futuro è giunto il momento che il governo
italiano mostri un approccio innovativo al lobbying, che non va
criminalizzato e punito ma semmai reso più aperto, democratico e
trasparente.
"Pensiamo che l'uso massiccio delle nuove tecnologie dovrebbe
stimolare (buone) pratiche di co-creazione delle decisioni
pubbliche, permettendo il coinvolgimento di molti più attori.
Ciò permetterebbe di controbilanciare le asimmetrie di mercato,
garantendo a tutti i soggetti interessati a uno specifico
dossier legislativo di esprimere il proprio parere, di portare
le proprie competenze e il proprio punto di vista", ricorda
Anghelé. "Grazie a questa buona pratica di "ascolto" si
potrebbero avere decisioni migliori perché più informate e più
inclusive, coinvolgendo non solo associazioni di categoria,
grandi aziende e grandi gruppi economici, ma anche quella
pluralità di interessi diffusi (cittadini organizzati, piccole
aziende, associazioni) che troppo spesso lamentano di non essere
rappresentati". "Auspichiamo che il Governo introduca una seria
prassi di consultazione degli stakeholder in vista della
predisposizione di nuove leggi, in modo da poterne valutare
l'impatto generale, di acquisire pareri e informazioni e anche
di rendere molto più trasparente il processo decisionale",
conclude Anghelé.
Quello della trasparenza è il secondo punto cruciale di cui si
è discusso oggi: grazie alla tecnologia, è possibile verificare
chi svolge attività di lobbying e, soprattutto, quali sono i
soggetti che il decisore pubblico consulta o invita prima di
assumere una decisione.
In tal senso, una regolamentazione efficace del lobbying -
secondo Riparte il Futuro - dovrebbe prevedere un registro dei
portatori di interesse a cui i lobbisti dovrebbero iscriversi
obbligatoriamente e la pubblicazione delle agende degli incontri
dei vertici delle istituzioni con i rappresentanti di aziende,
sindacati, associazioni, professionisti. Stabilendo anche codici
di comportamento a cui attenersi e prevedendo sanzioni per chi -
nelle istituzioni e tra i lobbisti - dovesse violare tali regole
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