Quasi il 75% degli italiani, il 74,9%
per l'esattezza, non ha dubbi: è globale la presenza delle
mafie. E'quanto emerge dal Rapporto "LiberaIdee la ricerca sulla
percezione e la presenza di mafie e corruzione", che viene
presentato stamane a Roma e che consiste una ricerca
quantitativa, con oltre 10.000 questionari in tutta Italia, e
una ricerca qualitativa, con oltre 100 interviste alle
associazioni di categoria, per offrire una panoramica aggiornata
rispetto alla presenza e alla percezione delle mafie e della
corruzione nel nostro Paese. Questo dato, hanno spiegato i
relatori - il presidente di Libera Don Luigi Ciotti, il
procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, il
presidente dell'Anac Raffaele Cantone e Francesca Rispoli,
dell'Ufficio di presidenza di Libera - è cambiato notevolmente
negli ultimi anni e ciò fa pensare a uno scatto di
consapevolezza rispetto alla gravità della presenza mafiosa. È
necessario però incrociare questo risultato con quello relativo
alla pericolosità sociale delle mafie sul proprio territorio:
solo il 38% dichiara che la mafia dove abita è un fenomeno
preoccupante e la sua presenza è socialmente pericolosa, mentre
il 52% si divide tra coloro che la ritengono marginale e coloro
che la ritengono preoccupante ma non socialmente pericolosa.
Questo porta a pensare che affermare che le mafie siano una
presenza globale rischia di renderle meno riconoscibili e più
distanti, meno percepite come pericolose: dire che le mafie sono
un fenomeno globale non significa dire che anche il livello
locale sia inquinato. Quando si dice globale spesso si indica
qualcosa di indefinibile e lontano. Insomma dire che la mafia è
un fenomeno globale non significa dire che il suo potere si
estende in tutta la Penisola. Infatti, solo l'8,5% degli
intervistati risponde che la mafia esiste anche nel resto
d'Italia. Se poi aggiungiamo che il 7,5% considera la mafia solo
letteratura si ottiene una rappresentazione ancora più
indefinita della mafia. Il Rapporto evidenzia dunque come c'è
ancora difficoltà ad assumere le mafie come questione nazionale.
E questa resistenza risulta preoccupante perché proviene dalle
regioni che determinano l'andamento dell'economia
nazionale.
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