(ANSA) - ROMA, 10 NOV - "Nel 2018, rispetto al 2015, anno peggiore dal punto di vista delle risorse, l'Ffo (fondo di finanziamento ordinario) delle università tornerà a crescere circa del 6,4%, pari a quasi mezzo miliardo di euro in più. Il Governo ha scelto di investire sul settore". Lo ha sottolineato la ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli, nel suo intervento al convegno "L'università italiana nell'Europa di domani", che ha visto la partecipazione di esperti del settore, rappresentanti delle istituzioni e del mondo dell'economia e che è stato aperto dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni: "Stiamo cercando - ha detto il premier - di risalire la china: veniamo da decenni di crisi, di difficoltà, penso alla crisi di immatricolazioni. Riconosco il grande impegno del ministro Fedeli, gagliarda nel recuperare risorse. C'è un'inversione di tendenza, qualche primo passo nella direzione giusta".
"È una convinzione di tutto il governo, c'è una scelta lucida e consapevole che dobbiamo investire su tutta la filiera della conoscenza e in particolare - ha aggiunto Fedeli - sull'Università. Abbiamo da innovare e allargare mantenendo qualità nei percorsi. La qualità dei nostri docenti e ricercatori ha numeri espliciti, però serve mettere l'Università in condizione di fare investimenti". La ministra ha quindi sottolineato che "anche con la legge di Bilancio, pur in una strettoia, come il ministro Padoan ha sempre detto, il Consiglio dei ministri ha deciso di mettere risorse sul capitale umano, sulle nuove competenze, sui percorsi di formazione".
"Molto interessante, molto aggiornato, e molto rivolto al futuro", dice il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, del testo del ministro Valeria Fedeli che ha impostato il confronto alla giornata di riflessione organizzata sull'Università italiana organizzata dal Miur. Il leader di Confindustria, Vincenzo Boccia, coglie "un messaggio in positivo nell'approccio" impresso dal ministro Fedeli: "Scuola, università formazione e lavoro", dice il presidente di Confindustria, sono "tra i fattori fondamentali del Paese", per particolarmente oggi in una nuova fase in cui "ci sono le persone al centro". Sottolinea quindi i grandi passi avanti fatti da quando "c'erano muri tra la scuola e l'Università da una parte e le imprese dall'altra".
Nel settore dell'istruzione occorre innanzitutto "rinnovare i contratti e immaginare un piano straordinario di assunzioni per professori e ricercatori" ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, facendo presente che in Italia "non abbiamo più chiarezza nelle regole del reclutamento nella P.a". Allora, continua, bisogna porsi la domanda se le "norme di reclutamento reggono al sistema delle necessità attuali o sono fonte di problemi?".
"Anche se ci siamo impegnati in questo sforzo ancora non ci riamo riusciti", dice il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, del numero di docenti e ricercatori in Italia, e dell'opportunità da cogliere nellaformazione, "perchè se investi dieci euro nell'Università hai un ritorno di 17 euro".