(di Gioia Giudici) I segni di quanto
successo oltre 10 anni fa, Filomena De Gennaro li porta addosso,
costretta su una sedia a rotelle da un proiettile sparato
dall'ex fidanzato che non si rassegnava alla fine della loro
storia, ma li sfoggia con un sorriso pieno di coraggio, che
questa mattina ha incantato gli studenti riuniti al convegno
'Questo non è amore', organizzato dalla polizia di Stato. Lei,
che da 12 anni porta la sua testimonianza sperando che qualche
donna decida di farsi aiutare, è convinta che "denunciare è
fondamentale, non c'è altra soluzione per uscire da una gabbia
di violenza che, se non porta alla morte fisica, conduce
sicuramente a quella psicologica". Ed è ugualmente convinta che
servano la certezza della pena e un grande cambiamento
culturale, perché l'uomo che diceva di amarla e che per poco non
l'ha uccisa, "dopo 7 anni in prova ai servizi sociali oggi è una
persona libera e, nel paese del foggiano di cui siamo originari
entrambi - racconta - spesso sono io che devo restare in casa
mentre lui esce a testa alta, convinto di essere nel giusto, e
tanti la pensano come lui". Anche il prefetto Vittorio Rizzi,
direttore centrale anticrimine della polizia, è convinto che per
arginare la violenza sulle donne, serva "una profonda
trasformazione culturale". Se inizialmente l'ingresso delle
colleghe fu accolto come "un potenziale vulnus", oggi
nell'affrontare il problema della violenza sulle donne, secondo
Rizzi, la Polizia ha un "vantaggio di genere". Si deve proprio a
una poliziotta, il dirigente dell'ufficio prevenzione della
questura di Milano Maria José Falcicchia, l'ideazione del
protocollo Eva, nato "per dare una risposta ai numeri da guerra
che sono quelli delle guerre domestiche" e poi adottato a
livello nazionale. In tutto, grazie ad Eva, sono state raccolte
5488 segnalazioni, una media di 422 al mese. L'età media dell'
aggressore è 42 anni, 2 volte su 3 è italiano, quasi sempre
uomo. In 102 casi si è arrivati all'arresto, in 152 alla
denuncia, in 59 all'allontanamento. Sono numeri che fanno paura,
come quelli delle vittime di violenza sessuale seguite dalla
dottoressa Alessandra Kustermann: 1.100 nel 2017, di cui 136
sotto i 13 anni. Sono poco più grandi, 14 e 16 anni, le
ragazzine vittime di violenza da parte di uno 'zio' orco
arrestato grazie alla denuncia del figliastro e alle
intercettazioni ambientali. Nonostante le ripetute violenze, le
ragazzine hanno difeso a lungo l'uomo che chiamavano 'zio'
perché - come spiegato dal capo psicologo della questura di
Milano Giorgia Minotti - "chi subisce una violenza si sente in
colpa e per questo è importante riconoscere i segnali che non
permettono di denunciare".
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