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In Italia per protezione umanitaria fanno servizio civile

In Italia per protezione umanitaria fanno servizio civile

Le storie di Freedom e Blessing, arrivati da Liberia e Nigeria

ROMA, 13 dicembre 2017, 18:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Freedom è nato in Liberia, a Monrovia, ed è in Italia dal 2016. Ha provato ad attraversare il mare tra la Libia e l'Italia tre volte prima di riuscire ad approdare a Lampedusa. Il viaggio via terra dal suo paese, dove era minacciato di morte, è durato sette anni, con un lungo soggiorno in Libia. Adesso Freedom vive ad Artena e tutte le mattine parte da lì, alle 5,30, per attraversare prima i campi e poi la città di Roma ed approdare a Trastevere, presso la cooperativa Agorà, dove sta svolgendo il suo anno di Servizio Civile Nazionale.
    Blessing invece è nata in Nigeria. A 15 anni, senza nessuno della sua famiglia ad accompagnarla, ha attraversato il deserto, insieme ad altre ragazze, quasi bambine come lei: "Il viaggio è durato tre mesi - racconta - ed è stato faticoso, doloroso e molto violento". Belssing ha svolto il Servizio Civile Nazionale presso la Comunità Capodarco di Roma.
    Freedom e Blessing sono due titolari di protezione internazionale che stanno svolgendo, o hanno svolto, il Servizio Civile Nazionale con il CESC Project(Coordinamento Enti di Servizio Civile). A 45 anni dall'approvazione della Legge 772 sull'Obiezione di Coscienza il CESC Project ha organizzato, il 15 dicembre a Roma, una giornata per riflette sulla sua storia a partire dalle testimonianze dei ragazzi titolari di protezione umanitaria o di protezione internazionale che dal 2013 possono partecipare al Servizio Civile Nazionale in Italia "Lavoro con persone disabili - racconta Freedom - li aiuto nelle loro necessità, andiamo a passeggio, a fare la spesa. Vivo questo come un' opportunità, penso che sia molto importante per la mia integrazione e credo che il Servizio Civile mi dia la possibilità di dimostrare la mia riconoscenza per quanto l'Italia ha fatto per me: per avermi accolto e ridato una speranza di vita serena". Blessing ricorda quando all'arrivo in Libia è stata rinchiusa per un mese e mezzo in una casa e poi trasportata a Lampedusa, dove i servizi sociali italiani, data la minore età, l'hanno presa in carico e affidata a una casa famiglia. "Il Servizio Civile - racconta Blessing - mi ha insegnato a stare con gli altri. Dopo quello che avevo vissuto mi ero chiusa in me stessa invece questa esperienza mi ha fatto crescere, mi ha fatto vedere il mio futuro. Ho capito che posso combattere la violenza, diventare una grande donna ed aiutare gli altri. E' questo il mio sogno".
    Nel Bando 2017/18, gli operatori volontari del Servizio Civile titolari di protezione umanitaria e internazionale avviati al servizio in Italia con il CESC Project sono 30, il 13% del totale. Sono ragazzi che arrivano dall'Africa, Nigeria in primis, e poi Guinea e Mali; ma anche Siria ed Egitto. La maggior parte di loro proviene da centri di accoglienza. Almeno tre di loro hanno dei figli a carico nel loro Paese. "La storia del servizio civile degli obiettori di coscienza è fatta di tante cose - dichiara Michelangelo Chiurchiù, presidente del CESC Project - la difesa non armata, la progettualità per la costruzione della pace e il rispetto dei diritti, la solidarietà con i più deboli, la cooperazione internazionale, la salvaguardia del patrimonio artistico e ambientale, l'inclusione sociale, il dialogo tra i popoli".
    "L'inclusione di questi ragazzi come protagonisti nel Servizio Civile Nazionale - conclude - aggiunge un ulteriore tassello nella direzione della costruzione di un paese capace di modellare una nuova idea di Patria integrando e valorizzando le differenti culture che si trovano ad abitare sul territorio".
   
   

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