Dopo la sentenza del processo
Stato-mafia, che ha riconosciuto l'esistenza di una 'trattativa'
ai massimi livelli, "c'é un passato da ricostruire attentamente,
guardando a quelle parti dello Stato che non hanno fatto quello
che dovevano fare": a dirlo è il procuratore nazionale antimafia
Federico Cafiero De Raho al programma I Funamboli su Radio 24.
"Io credo che, innanzitutto - ha detto il procuratore
rispondendo a una domanda - la sentenza dà conferma di una
ricostruzione che era quella alla quale si guardava nell'ambito
dell' esame delle stragi, soprattutto quelle in cui hanno
trovato la morte Falcone e Borsellino, della presenza cioè di
soggetti estranei alle mafie e interni a gruppi in grado di
influire in modo lesivo sulla nostra democrazia".
La sentenza - ha aggiunto - "dà certezza della ricostruzione
della verità: che certi soggetti hanno avuto rapporti con la
mafia, hanno potuto arrivare a una sorta di accordo e così hanno
legittimato la mafia". Una sentenza di primo grado, è stato
precisato, ma che "ci dà il senso della configurazione del
reato". Al di là di questa - ha proseguito il procuratore -
dobbiamo guardare ai fatti, inoppugnabili: i rapporti che ci
sono stati e l' obiettivo che si voleva conseguire, i benefici
che si volevano riconoscere a determinati criminali; un passato
da ricostruire attentamente - ha concluso - guardando a quelle
parti dello Stato che non hanno fatto quello che dovevano
fare".
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