L'introduzione del 'Tribunale dei
Conflitti' presenta "criticità dal punto di vista ordinamentale
e processuale difficilmente superabili": in primo luogo,
"l'intervento proposto non appare attuabile senza una modifica
delle norme costituzionali". Lo sottolinea il Csm nel parere -
approvato oggi a maggioranza dal Plenun - sulla proposta di
legge delega presentata dalla deputata di Forza Italia Giusi
Bartolozzi, per introdurre il Tribunale superiore dei conflitti,
come 'organo giurisdizionale supremo', cui dovrebbe essere
devoluta 'la risoluzione delle questioni di giurisdizione
insorte nei giudizi civili, penali, amministrativi, contabili,
tributari e dei giudici speciali'. L'accentramento in capo a
tale organo "dell'intera materia della giurisdizione" è
"difficilmente conciliabile" con gli articoli. 102 e 111,
sottolinea la delibera, predisposta dalla sesta commissione del
Csm e approvata in Plenum con le astensioni dei laici Stefano
Cavanna e Fulvio Gigliotti. Secondo il relatore del parere, il
togato di Unicost Michele Ciambellini "la proposta non è
attuabile senza una modifica delle norme costituzionali e
implicherebbe il rischio di moltiplicare i giudizi in
Cassazione, e il parere ne sottolinea le forti criticità". Per
il presidente della Corte di Cassazione Giovanni Mammone,
intervenuto nel corso del Plenum, "si tratta di un tema di
grande attualità, perché cela un grande dibattito sulla funzione
nomifilattica della Cassazione, e sul riparto di competenze tra
le giurisdizioni". Le due astensioni, di Cavanna (Lega) e
Gigliotti (M5S) sono state motivate "da dubbi in ordine alla
piena conformità dei contenuti del parere alla funzione
consultiva attribuita dalla legga al Csm, anche in ragione delle
esplicite valutazioni di costituzionalità diffusamente
argomentate nel parere stesso". A tale proposito Cavanna si è
riservato di chiedere l'apertura di una pratica in Commissione
regolamento "ai fini dell'esatta perimetrazione della funzione
consultiva del Consiglio".
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